L’ossessione per Silvio Berlusconi da parte dei suoi detrattori continua. Anche ora che lui, purtroppo, non c’è più. Nella più recente uscita della sua rubrica sul Venerdì di Repubblica, Massimo Giannini non ha perso l’occasione per chiamare in causa il Cav e i suoi estimatori in chiave polemica. In sostanza, all’ex direttore della Stampa non va giù che il compianto fondatore di Forza Italia goda di un ottimo ricordo nella memoria di chi lo ha conosciuto e apprezzato. Così, nel suo articolo, ha punzecchiato: “Di Silvio Berlusconi, da giorni e giorni, si ricordano solo pensieri e parole che fanno di lui un profeta a metà tra Gesù Cristo e San Francesco“. E, per contro, si è messo a menzionare circostanze con l’obiettivo di suggerire una rappresentazione dell’ex premier tutt’altro che positiva.
L’operazione giornalistica ha infastidito e non poco Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e primogenita del Cavaliere, che ha replicato a Giannini con una nota dai toni garbati ma particolarmente franchi. “Capisco bene che quando qualcuno ha una ossessione fa molta fatica a liberarsene. Ad esempio, leggo che Massimo Giannini, nella sua rubrica sul Venerdì, continua ad accanirsi contro Silvio Berlusconi anche ora che non c’è più. Anzi, ricorrendo a toni ironici davvero di pessimo gusto, parla di una sua presunta beatificazione. E tutto questo, come è tipico del pensiero ossessivo, senza nulla di nuovo, ma solo con una meccanica ripetizione di cose già dette e ridette, completamente disancorate dalla realtà dei fatti“, ha scritto l’imprenditrice, facendo il contrappunto all’ex direttore della Stampa e alle sue argomentazioni.
“Riecco quindi Mangano e la mafia, ma nemmeno una parola sul fatto che trent’anni d’inchieste su mio padre sono finite tutte in nulla, tutte archiviate su istanza delle stesse procure che le avevano aperte. E ovviamente guardandosi bene dal ricordare che i governi Berlusconi, contro la criminalità organizzata, hanno promulgato leggi e ottenuto risultati che nessun altro governo italiano può vantare“, ha così proseguito Marina Berlusconi, partendo dal riferimento alla vecchia storia dello “stalliere” usata per decenni dalla sinistra per alimentare narrazioni a dir poco discutibili. E ancora, la presidente di Fininvest ha aggiunto: “Riecco il conflitto di interessi, senza menzionare che mio padre abbandonò tutti gli incarichi aziendali il giorno stesso in cui scese in campo. E senza ricordare che il gruppo che ha fondato dà lavoro a migliaia di persone ed è oggi protagonista di una crescita internazionale che porterà alla creazione di uno dei pochi giganti paneuropei con la testa in Italia“.
Marina ha quindi zittito il giornalista anche su un altro passaggio nel quale venivano menzionati Putin e Gheddaffi. Chiaramente in chiave anti-Silvio. “Riecco l’amicizia con Putin. Ma senza ricordare che quel legame aveva come obiettivo l’allargamento dell’Occidente e della democrazia – l’accordo di Pratica di Mare andava proprio in questa direzione. E senza ricordare che in quegli anni erano tanti i leader occidentali a dialogare con Putin, penso a Romano Prodi o ad Angela Merkel, solo per citarne due“, ha rintuzzato la figlia dell’ex premier. E poi: “Riecco il tendone di Gheddafi. E ovviamente nemmeno una parola sull’Accordo di Bengasi, che non aveva precedenti nella storia delle relazioni del nostro Paese con l’Africa. Lasciamo poi stare i brillanti risultati che derivarono dall’intervento militare in Libia voluto dalla Francia, cui mio padre tentò purtroppo invano di opporsi: le primavere arabe, che nella realtà di ‘primaverile’ hanno avuto ben poco“.
Quindi la stoccata finale. “L’ex direttore della Stampa cita Einstein: ‘la memoria è l’intelligenza degli idioti’. Mi domando a quale categoria dell’intelletto vada iscritto il pensiero ossessivo… Soprattutto quando quel pensiero ha nutrito e garantito carriere professionali che altrimenti – forse – senza un nemico contro cui scagliarsi quotidianamente e ciecamente, non sarebbero nemmeno esistite“. In poche righe, la top manager ha così rosolato per bene il giornalista, che ha a sua volta replicato.
“Non sono affatto ossessionato dalla figura di suo padre. Meno che mai, nella mia rubrica sul Venerdì, mi sono ‘accanito’ contro di lui. Ho invece criticato quelli che lo santificano, dimenticando la Storia“, ha risposto Giannini, assicurando di aver sempre avuto umana simpatia per Berlusconi, al netto del suo giudizio politico invece negativo. “Io, ma soprattutto Repubblica, c’eravamo molto prima di Berlusconi. E ci siamo ancora, e ci saremo sempre, a prescindere da lui“, ha concluso l’editorialista.
In realtà, pare che a sinistra non si siano messi il cuore in pace: ancora oggi Silvio continua a farli impazzire.