Tragedia sfiorata all’aeroporto LaGuardia di New York. Il tutto è accaduto lo scorso 23 marzo ma solo in queste ore, dopo le opportune indagini, è stato reso noto il rischio che hanno corso gli oltre 150 occupanti di un volo Southwest e gli operatori della torre di controllo. Alla base dello scampato incidente ci sono le avverse condizioni meteorologiche che quel giorno rendevano complicato volare sulla città americana. Il vento soffiava a 10 nodi in direzione nord-ovest e a causa della pioggia battente la visibilità massima era di appena un miglio. Il volo aveva come destinazione finale l’aeroporto cittadino di New York dopo essere partito da Nashville, nel Tennessee
Il Boeing della compagnia americana lowcost, dopo poco più di due ore di volo, alle 11.46 ora locale comunica alla torre di controllo che rinuncia all’atterraggio per le condizioni meteo avverse. La riattaccata procede senza particolari problemi, è una procedura frequente e non causa solitamente grane ai piloti. Quel giorno sono diversi gli aerei che hanno preferito interrompere la manovra di atterraggio a causa del tempo proibitivo. Il volo 147, quindi, riprende quota ed effettua un giro attorno all’aeroporto per riprovare l’atterraggio ma, a quel punto, qualcosa non va secondo i piani. Fino a quanto mancano 2.400 metri alla pista tutto procede correttamente, finché all’improvviso l’aereo cambia la sua rotta ed esce dal corridoio indicato dalla torre di controllo per l’atterraggio.
Nel momento di massima deviazione si trova a volare su una rotta deviata di quasi 380 metri da quella corretta per la pista. A quel punto l’intervento della torre di controllo è inevitabile. “Go around! Go around”, grida uno dei controllori. È il segnale per effettuare una nuova riattaccata. “Procedi, sali di quota e mantieni quota 2.000“, continuano i controllori rivolgendosi al pilota Southwest. In quel momento, l’aereo si sta dirigendo a una velocità superiore ai 200 km/h contro una torre alta 70 metri, viaggiando a un’altezza di poco più di 80 metri. Si trova a una distanza minima dell’ostacolo, appena 11 secondi lo separano dallo schianto. Alla fine, l’incidente viene evitato per una manciata di secondi e l’aereo passa ad appena 170 metri in verticale dalla torre e a 95 metri in orizzontale.
Nelle successive comunicazioni, dalla torre viene chiesto alla cabina di pilotaggio se ci fosse una ragione per la quale non erano allineati con il sentiero indicato. Ma, dalla loro risposta, i piloti fanno capire di non essersi resi conto di aver deviato. L’aereo è poi atterrato a Baltimora, dove ha fatto una sosta prima di riprendere il volo per atterrare a LaGuardia. L’ipotesi è che il vento abbia potuto spostare l’aereo dalla sua rotta e, con la scarsa visibilità che in quel momento c’era all’aeroporto di New York, per i piloti è stato impossibile rendersi conto di quanto stava accadendo.
La Federal Aviation Administration sta effettuando tutti i controlli e le verifiche del caso per capire esattamente dove sia stato l’errore, per trovare soluzioni adeguate affinché non si possa più ripetere una simile situazione di pericolo.