Musk vuole il monopolio a spese di Tim

Musk vuole il monopolio a spese di Tim

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy si inserisce nello scontro tra Tim e Starlink offrendosi come mediatore. In particolare, il ministro Adolfo Urso ha proposto «un tavolo di confronto per trovare una soluzione che possa consentire la convivenza al meglio delle due tecnologie» (la fibra e internet satellitare) e a tal fine ha già commissionato «un lavoro preparatorio alla Fondazione Bordoni». La posizione di Starlink – che sta concentrando gli sforzi per diffondersi in Italia – è che Tim stia rallentando le diffusione dei suoi servizi rifiutandosi di condividere alcune frequenze e una serie di informazioni che secondo il gruppo fondato da Elon Musk sarebbero dovute e, per questo, ha presentato un reclamo al Mimit (il ministero di Urso) e all’Agcom, l’autorità garante per le telecomunicazioni. Di parere opposto la società guidata dall’ad Pietro Labriola, che ieri ha dichiarato di avere «già fornito i riscontri dovuti a Starlink ma, a fronte delle ulteriori richieste di dati anche sensibili e rilevanti per la sicurezza delle comunicazioni, conferma la sua disponibilità a dialogare con Starlink tramite la mediazione prevista del Mimit».

Qual è il fulcro delle questione? Secondo quanto raccolto, l’azienda di Musk avrebbe chiesto a Tim le coordinate complete di tutti i suoi ponti radio oltre all’utilizzo della parte verde delle frequenze 28 GHz. Tuttavia, la mappatura non solo sarebbe coperta da segreto industriale, ma è anche un dato sensibile per la sicurezza nazionale delle telecomunicazioni. E per quanto l’Agcom preveda la collaborazione degli operatori per garantire la coesistenza delle tecnologie degli operatori fissi e satellitari, dalle parti di Tim interpretano l’obbligo di fornire determinate informazioni solo riguardo a richieste specifiche sul singolo sito senza dover fornire l’intera mappa dei ponti radio, la cui redazione sarebbe peraltro onerosa. Una richiesta, quest’ultima, inoltrata ai vertici di Tim con una prima e-mail, alla quale la telco italiana ha risposto rendendosi disponibile al dialogo. Dopodiché Starlink avrebbe deciso di virare verso lo scontro. Il seme della discordia è la banda 28 GHz, che è a uso promiscuo tra operatori satellitari e fissi: Tim ha conquistato tale frequenza mediante una gara e non intende cederla ad altri. Da qui nasce il reclamo dell’azienda di Musk, con la minaccia di dirottare gli investimenti italiani su altri Paesi, e alla proposta di mediazione di Urso. Ora si vedrà se un accordo sarà possibile, anche in relazione a un soggetto – Starlink – che è nuovo sul mercato e che si articola in una situazione di sostanziale vuoto normativo. A dipanare la questione ci penserà il Mimit che, ascoltate le posizioni delle due aziende, stabilirà quali informazioni Tim dovrà condividere con Musk.

Ieri, intanto, si è tenuto a Palazzo Chigi l’incontro davanti al comitato golden power sulle prescrizioni che riguardano Tim, che è durato circa un’ora. Per la telco italiana si è presentato Labriola, mentre come già anticipato da Il Giornale per il primo socio Vivendi – che pure era stato convocato – non ha partecipato nessun rappresentante. Al comitato, tuttavia, è stata recapitata una lettera per spiegare che l’assenza è dovuta al fatto che non ha più nessun controllo su Tim né rappresentanti in cda, e quindi non avrebbe avuto senso la partecipazione a una riunione di un comitato tecnico.

Inoltre l’invito sarebbe arrivato in maniera poco tempestiva, a ridosso della pausa per le festività.

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