Questa notte sette operatori umanitari sono stati uccisi nell’attacco israeliano a Deir el-Balah, nella striscia di Gaza. Al Jazeera conferma l’uccisione dei volontari: le sette vittime sono di nazionalità australiana, polacca, britannica, palestinese e con doppia cittadinanza americana e canadese. Nell’attacco, che ha colpito l’auto su cui viaggiavano, è rimasto ucciso anche un palestinese che coadiuvava le loro attività in loco. Si ritiene che siano i primi operatori umanitari stranieri ad essere uccisi a Gaza dall’inizio della guerra.
Cosa è accaduto al team di WKC
A confermare la notizia World Central Kitchen, l’organizzazione umanitaria con sede negli Stati Uniti, attraverso il fondatore e leader del gruppo, il famoso chef José Andres. L’organizzazione “ha perso molti dei nostri fratelli e sorelle in un attacco aereo dell’IDF a Gaza. Sono affranto e addolorato per le loro famiglie e amici e tutta la nostra famiglia” Andres ha detto su X. “Non sono persone senza volto… non sono senza nome. Il governo israeliano deve fermare questa uccisione indiscriminata. Deve smettere di limitare gli aiuti umanitari, smettere di uccidere civili e operatori umanitari, e smettere di usare il cibo come arma“.
Il team Wck – spiega l’organizzazione umanitaria – stava viaggiando con un due auto blindate con il logo Wck e un altro veicolo. “Nonostante il coordinamento dei movimenti con l’Idf“, il convoglio è stato colpito mentre lasciava il magazzino di Deir al-Balah, dove il team aveva scaricato più di 100 tonnellate di aiuti alimentari umanitari portati a Gaza sulla rotta marittima.
We are aware of reports that members of the World Central Kitchen team have been killed in an IDF attack while working to support our humanitarian food delivery efforts in Gaza. This is a tragedy. Humanitarian aid workers and civilians should NEVER be a target. EVER.
— World Central Kitchen (@WCKitchen) April 1, 2024
Le reazioni
Le forze di difesa israeliane affermano che “A seguito delle notizie riguardanti il personale della World Central Kitchen a Gaza oggi, [l’esercito israeliano] sta conducendo un’analisi approfondita ai massimi livelli per comprendere le circostanze di questo tragico incidente“. “L'[esercito israeliano] compie grandi sforzi per consentire la consegna sicura di aiuti umanitari e ha lavorato a stretto contatto con la WCK nei loro sforzi vitali per fornire cibo e aiuti umanitari alla popolazione di Gaza“.
Gli Stati Uniti si dicono “profondamente turbati” per l’uccisione di sette operatori umanitari di Wck in un raid a Gaza e chiedono a Israele di “indagare rapidamente su quanto accaduto“. In un post sui social, la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, scrive: “Abbiamo il cuore spezzato..Gli operatori umanitari devono essere protetti mentre forniscono aiuti di cui c’è disperatamente bisogno“.
Dopo l’uccisione dei suoi cooperanti, World Central Kitchen ha annunciato la sospensione immediata delle operazioni nella regione. In una nota, la ONG fa sapere che prenderà presto decisioni sul futuro del proprio lavoro.
Il lavoro di World Central Kitchen
Fondata nel 2010 dallo chef José Andres e sua moglie Patricia, Wck si basa su una semplice equazione che è divenuta il suo motto: “Quando le persone hanno fame manda dei cuochi. Non domani, oggi“. Da quella prima missione ad Haiti, dopo il devastante terremoto di quattordici anni fa, Andres e il suo team non si sono più fermati, agendo in contesti colpiti da catastrofi climatiche e umanitarie, conflitti o “semplici” disastri naturali, fornendo pasti freschi alle popolazioni colpite.
All’indomani dell’attacco di Hamas il 7 ottobre scorso, Wck era intervenuta immediatamente in Israele, Gaza e Libano. I cooperanti hanno da subito fornito migliaia di pasti caldi al giorno: in Libano le squadre della Ong sono intevenute a sostegno della popolazione colpita non solo dall’emergenza bellica, ma anche dalle inondazioni. In Israele, invece, l’organizzazione collabora con ristoranti di tutto il Paese, servendo pasti agli sfollati e contribuendo alla preparazione di pietanze anche per gli ospedali, soprattutto durante le prime battute della crisi degli ostaggi.
A Gaza, invece, dove l’emergenza umanitaria si aggrava sempre di più, pur in presenza di restrizioni sugli aiuti umanitari, il gruppo è riuscito ad allestire una cucina da campo a Rafah, che fa da centro di smistamento per una rete di cucine comunitarie nella Striscia.