Al netto del sostegno dei rispettivi alleati, Russia e Ucraina stanno vivendo sotto il profilo militare una situazione diametralmente opposta. A Kiev mancano soldati, e la legge per mobilitare nuove reclute (molte in fuga in Moldavia) è ferma in Parlamento da ormai 5 mesi. In un’intervista il comandante Syrsky ha rivelato che i ranghi vengono riempiti da personale delle retrovie. Rincalzi con un addestramento limitato e una scarsa esperienza di campo. Putin invece ha appena firmato il decreto per l’arruolamento di 150mila uomini, portando l’età di leva dai 27 ai 30 anni. Il ministro della Difesa Shoigu sostiene che la nuova chiamata non ha nulla a che vedere con il conflitto in Ucraina, ma la stampa anti-regime ritiene che già in una fase iniziale le truppe verranno trasferite a Belgorod, Kursk e Bryansk, le regioni russe di confine martellate dagli attacchi di missili e droni ucraini.
Il vantaggio numerico potrebbe convincere Mosca a sferrare un attacco entro maggio. Le forze russe stanno accumulando personale lungo l’asse Kharkiv-Luhansk, a Bakhmut, ad Avdiivka (dove sabato Kiev ha respinto una formazione di 36 carri armati e 12 veicoli da combattimento di fanteria) e nella regione occidentale di Zaporizhzhia. Come se non bastasse anche la capitale Kiev è finita nel mirino di Putin. Ne è convinto il comandante delle Forze di difesa territoriale Oleksiy Fandetskyi: «Dobbiamo prepararci al peggio. Abbiamo a che fare con un nemico tecnologicamente avanzato e dotato di ottime armi. Kiev svolge un ruolo emozionale e se dovessimo perdere la capitale, la guerra diventerebbe guerriglia, e l’Ucraina non avrebbe più punti di riferimento». Altra città nel mirino è Kharkiv, dove il sindaco Terekhov non esclude la possibilità di un’evacuazione di massa. Il Mar Nero continua invece a essere il nervo scoperto di Mosca. Ieri il nuovo comandante della marina, l’ammiraglio Moiseev, ha ordinato il posizionamento di chiatte a Novorossijsk, all’imbocco della struttura che ospita la flotta russa, più volte colpita da droni marini.
Zelensky, che ha incontrato generali e il ministro dell’Industria Kamyshin per aumentare la produzione di droni, continua a chiedere all’Occidente sistemi di difesa aerea e missili a lunga gittata. Con il governo tedesco in fase interlocutoria sulla questione Taurus, qualcosa potrebbe sbloccarsi a Washington per i missili balistici Atacms. Lo rivela il presidente della Commissione intelligence alla Camera Mike Turner. Gli Atacms sarebbero di vitale importanza nel tentativo di mettere sotto pressione l’orso russo in Crimea.
Gli ucraini nei cieli di Odessa hanno abbattuto un drone Forpost del valore di sette milioni di dollari. In direzione di Bakhmut, l’esercito di Kiev ha respinto 14 attacchi. I russi hanno danneggiato l’aeroporto di Kryvyj Rih (Dnipropetrovsk).
Tra Kupyansk e Kherson, Kiev avrebbe perso circa mille soldati.