La fiction sulle indagini “empatiche”: in tv debutta “Il metodo Fenoglio”

La fiction sulle indagini "empatiche": in tv debutta "Il metodo Fenoglio"

Un eroe epico, atipico, specchio dei nostri dubbi e delle nostre paure. Così viene presentato il personaggio protagonista di Il metodo Fenoglio, fiction di Rai Uno suddivisa in quattro puntate che arriva dal 27 novembre in prima serata (anche se la premiere è già disponibile su RaiPlay). È una serie crime ma, nel suo piccolo, cerca di andare ben oltre le indagini poliziesche, raccontando una storia umana di forza e resilienza ambientata nella Bari del 1991. Un prodotto originale Rai ma che prende spunto da Il Maresciallo Fenoglio, serie di romanzi editi da Einaudi e scritti da Gianrico Carofiglio il quale cura anche la sceneggiatura dell’adattamento televisivo. Alessio Boni è stato scelto come protagonista. L’attore, oramai lanciatissimo nel cinema – lo ricordiamo ancora in La meglio gioventù -, torna in tv dopo il successo de La Compagnia del Cigno e i fasti di Incantesimo per un ruolo di tutto rispetto. “Il mio personaggio è un uomo che ama la letteratura, la musica classica (oggetto caratterizzante è un walkman che indossa sulle orecchie), odia la violenza e non vorrebbe neanche avere l’arma di ordinanza, arrestare i criminali non con le manette ma attraverso la psiche”, rivela in una intervista riportata all’ agenzia Ansa. Ma di cosa parla la serie tv?

Al centro della vicenda c’è la storia di Pietro, uomo di legge originario del Piemonte, che si trasferisce a Bari per amore e diventa carabiniere dopo la morte del padre. Anche se il suo vero sogno è diventare insegnante di Lettere, rimane una persona che ama la cultura al tal punto che sul lavoro è un uomo calmo, pacato e riflessivo che nega qualsiasi tipo di violenza. La sua vera forza, infatti, è l’empatia che prova anche nei confronti dei criminali. Grazie a questa dote, utilizza l’abilità per cercare di capire cosa spinge un uomo a compiere un atto criminoso e, soprattutto, come arrivare alla verità dei suoi casi. Nella città pugliese ha una storia con Serena Morandi (interpretata dall’attrice Giulia Bevilacqua) che è una professoressa. La storia, come già anticipato, è ambientata a inizio degli anni Novanta in un luogo in cui si susseguono agguati, omicidi e casi di lupara bianca, ovvero omicidi di mafia e di occultamento di cadavere.

Una serie atipica quella de Il metodo Fenoglio. Non tanto per la sua storia ma per il modo in cui il personaggio principale porta avanti le sue indagini alla scoperta di un colpevole. Difatti, il titolo si riferisce al modo di approcciarsi ai casi da parte di Pietro. “La pazienza è la nuova rivoluzione”, ammette Fenoglio. Lui cerca la verità osservando i dettagli, mettendosi sempre alla prova e scavando nei suoi stessi dubbi e nelle sue paure trovando spesso la risposta a ogni cosa. Inoltre non ama utilizzare la pistola né tanto meno le manette. Non è una storia vera ma gli eventi che vengono raccontati nella serie, come l’incendio del Teatro Petruzzelli e gli attacchi allo Stato di Cosa Nostra (con gli attentati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle loro scorte) fanno parte della cornice narrativa.

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