Fondi russi per influenzare il Parlamento Ue: così gli 007 svelano la rete di Putin

Fondi russi per influenzare il Parlamento Ue: così gli 007 svelano la rete di Putin

Indagini “rapide e approfondite” su tutti i candidati europei sospettati di essere “sul libro paga” del Cremlino. È la richiesta di quanti a Bruxelles nutrono profonda preoccupazione per l’infiltrazione di figure che potrebbero fungere da agenti politici di Vladimir Putin per destabilizzare il sistema europeo e influenzarlo a favore della Russia in questioni delicate come il conflitto russo-ucraino.

Nella giornata di ieri il premier belga, Alexander de Croo, ha affermato che “alcuni eurodeputati sono stati pagati dalla macchina di propaganda dalla Russia“. Mentre i servizi di intelligence di Praga (Bis) hanno rivelato l’esistenza di una “vasta operazione” che mirava a influenzare diversi Paesi dell’Unione europea nel tentativo di allinearsi alle posizioni del Cremlino.

Secondo quanto dichiarato dai Verdi Europei, “diversi politici sono stati pagati da Voice of Europe”, il giornale accusato di diffondere notizie pro-Russia che è stato chiuso dopo un blitz dei servizi di intelligence ceca. Il giornale online era gestito da un oligarca di origini ucraine estremamente vicino a Putin. È sospetto di aver “pagato di politici di sei Paesi per influenzare dibattito e opinione pubblica“. Secondo quanto riportato dalle fonti di intelligence della Repubblica Ceca si tratterebbe di politici provenienti da Germania, Francia, Polonia, Belgio, Paesi Bassi e Ungheria.

Nei rapporti diffusi non vengono menzionati nomi specifici né partiti di appartenenza, ma considerata la prossimità delle elezioni si potrebbe anche attendere qualche “fuga di notizie” sulle indagini in corso. È già stata fatta menzione dei politici cechi Viktor Medvedchuk e Artyom Marchevsky, considerati colpevoli di aver diffuso propaganda russa nell’Unione Europea.

Attualmente altri due deputati, Geert Wilders (del Pvv/Id) e Thierry Baudet (del Fvd/Id) sono stati identificati come membri del parlamento europeo” vicini a potenze estere” che potrebbero influenzare o aver influenzato il loro operato. Lunedì i giornali belga hanno invece rivelato come il deputato fiammingo Philip Dewinter (del partito Vlaams Belang/Identità e Democrazia) abbia lavorato “per molti anni per conto del Partito comunista cinese“.

Le “influenze straniere” vengono considerate estremamente destabilizzanti per il sistema democratico europeo, e non è la prima volta che aleggia il sospetto della volontà di influenzare il dibattito politico da parte di potenze che vogliono affermare le proprie posizioni attraverso l’accettazione di fazioni interne ai governi europei e di conseguenza dell’opinione pubblica suggestionata da una determinata narrativa politica. L’obiettivo degli agenti influenzatori, in questo caso, era soprattutto la “narrazione” riguardante le sorti della guerra in Ucraina.

Il messaggio trasmesso da Voice of Europe si incentrava sul punto che la pace fosse un obiettivo “possibile a patto che l’Ucraina rinunci a parte del territorio”, una condizione considerata attualmente “inaccettabile” per l’Unione europea.

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