“Liste d’attesa lunghe”. Le ong vogliono far passare i migranti davanti a tutti

"Liste d'attesa lunghe". Le ong vogliono far passare i migranti davanti a tutti

Più di due anni di attesa per una mammografia, esattamente 720 giorni. Un anno per un’ecografia, come per un intervento cardiologico, un anno e mezzo – 465 giorni – per una tac. Questi sono solo alcuni dati dell’indagine condotta dall’associazione Cittadinanzaattiva che ogni anno raccoglie dati e segnalazioni relative all’accesso alle cura.

La disastrosa situazione della liste d’attesa non riguarda solo la sanità, basti pensare allo “scandalo” del rilascio dei passaporti. Si arriva infatti a 10 mesi di attesa per avere un appuntamento. Ed è così che qualcuno si è mosso, in Toscana – precisamente a Firenze – ma non per gli italiani in coda ai Cup, ma per i migranti in attesa fuori dagli uffici pubblici.

“I tempi per la richiesta e rinnovo del permesso di soggiorno sono troppo lunghi” e sono “fonte di pregiudizio”. Ben 21 organizzazioni fiorentine hanno preso la penna e hanno scritto una lettera indirizzata a Questura e Prefettura di Firenze per chiedere agevolazioni sui tempi di attesa, lunghi, che i migranti dovrebbero affrontare. Dai richiedenti asilo, ai minori non accompagnati, ai rinnovi dei permessi di soggiorno l’obiettivo è lo stesso: tutelare i diritti dei migranti.

IlGiornale.it è entrato in possesso del documento ufficiale da parte di quelle associazioni che, si legge, “supportano i cittadini stranieri nei procedimenti amministrativi”.

Gli strumenti adottati dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Firenze hanno causato maggior disagio”, accusano le associazioni. E ancora: “si sono rivelati strumenti inidonei e poco conformi ai principi che dovrebbero governare l’azione amministrativa”. Le accuse principali sono il fatto che sia “difficoltoso portare a termine la procedura telematica per prenotare un appuntamento”, ma anche che i migranti una volta ottenuto un appuntamento siano “invitati a prendere un altro appuntamento” giustificato dal fatto che vengano chieste delle integrazioni. Una procedura normale o almeno alla quale siamo abituati in praticamente ogni ambito ma che, per gli italiani non lede nessun diritto, mentre per gli stranieri “lede i diritti sociali”.

E, oltre alle criticità, nella lettera sono indicate anche le richieste che le coop pro migranti avanzano: uno sportello dedicato alla documentazione relativa ai minori migranti, “con accesso facilitato e tempistiche ridotte”. Si chiede anche un cambiamento per il rilascio della protezione internazionale prevedendo “l’immediatezza della ricezione della domanda”. Ma gli uffici fiorentini sono accusati anche di essere troppo tecnologici: “l’ufficio immigrazione si è avvalso di una pluralità di indirizzi Pec”.

Insomma: le troppe file fuori dagli uffici a chi arriva nel nostro paese non piacciono proprio, come non piace prenotare un appuntamento online, come non è disposto ad aspettare i tempi per un permesso di soggiorno o una protezione internazionali (pratiche peraltro non immediate per legge).

La situazione impone un intervento di azioni amministrativa volte alla drastica riduzione dei tempi di attesa”, si legge ancora nella lettera.E ci sono anche le indicazioni precise: “effettiva consegna dei titoli di soggiorno in rilascio” e ancora “predisposizione di chiari ed efficaci strumenti volti alla presentazione delle istanze, tanto con kit postale”. In attesa di una riposta delle autorità le organizzazioni non mancano di rimarcare “l’urgenza di un confronto costruttivo”.

E, intanto, noi italiani restiamo in coda.

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