“Schlein prenda le distanze da Emiliano”. Il centrodestra all’attacco

"Schlein prenda le distanze da Emiliano". Il centrodestra all'attacco

Il centrodestra parte all’attacco di Elly Schlein e del Pd dopo le rivelazioni di Michele Emiliano sull’incontro con la sorella del boss Antonio Capriati dopo le che ricevette l’attuale sindaco di Bari, Antonio Decaro, quando ancora era assessore.

“Il Viminale proceda quanto prima con lo scioglimento del Comune di Bari”, tuona Andrea Crippa, vicesegretario federale della Lega, che ritiene “impossibile e intollerabile” continuare avere un presidente di Regione e un sindaco in carica “che si affidano alla sorella di un boss per portare avanti l’attività sul territorio”. Ma, a destare stupore è soprattutto l’ennesimo silenzio della segretaria del Pd, Elly Schlein.“Secondo lei è normale che l’allora sindaco di Bari, nonché magistrato, Michele Emiliano, si recasse con Decaro dalla sorella di un noto boss locale?”, si chiede il meloniano Riccardo De Corato, capogruppo in Commissione Parlamentare Antimafia, che trova “vergognoso” che nessun esponente del centrosinistra, Avs e M5s compresi, sia intervenuto sulla vicenda. “Neppure gli esponenti del Pd in commissione Antimafia hanno rilasciato alcuna dichiarazione a riguardo. Su un fatto così grave – sottolinra De Corato – non ci può essere ambiguità alcuna: spero che dal Partito Democratico si prendano celermente le distanze da quanto sostenuto da Emiliano”. La deputata Alessia Ambrosi ha utilizzato Twitter per rivolgersi direttamente alla segretaria del Pd: “Scusa@ellyesse, dici qualcosa a @micheleemiliano? Te lo affido! #ellyschlein #Emiliano #Decaro”, ha scritto. Anche le parole del senatore leghista Carlo Borghi sono dello stesso tenore: “Altro che protestare contro l’intervento di Piantedosi: queste frasi – dice – sono intollerabili e indicano non solo che il Ministro dell’Interno ha agito in modo sacrosanto ma a quanto pare c’è molto altro e molto di peggio”. E poi si chiede: “Cosa aspetta la signora Schlein a chiedere le dimissioni dei suoi uomini? Ci aspettiamo una seria presa di distanza”. Gianangelo Bof, deputato del Carroccio, invece, chiede che Decaro si dimetta dall’Anci “perché è indegno di rappresentare i sindaci che sul territorio, tra difficoltà e minacce, ogni giorno combattono la mafia”.

Molto duro anche il commento del ministro Roberto Calderoli: “Per anni abbiamo vissuto la vicenda della trattativa Stato-mafia e i relativi lunghissimi processi e oggi mi domando: cosa cambia in questo caso? Direi nulla”. Secondo il ministro “al posto dello Stato ci sono comunque soggetti costitutivi della Repubblica come il Comune e la Città metropolitana di Bari, al posto della mafia siciliana c’è quella pugliese, mancano le stragi ma abbiamo le dichiarazioni di un ex sindaco che oggi è il governatore di quella Regione”. Calderoli è convinto che Decaro avrebbe dovuto rivolgersi alla magistratura o alla polizia anziché al suo sindaco, che all’epoca era Michele Emiliano ed è incomprensibile “perchè il suo sindaco, da ex magistrato, – dice il ministro – non abbia ritenuto opportuno rivolgersi agli ex colleghi della Procura o alla Polizia giudiziaria e abbia preferito rivolgersi alla sorella, seppure incensurata, di un boss condannato all’ergastolo, a capo di un clan sommerso da condanne da 350 anni di reclusione per omicidi e spaccio di droga tra i vari reati commessi”. Secondo il vicepresidente della commissione Antimafia, Mauro D’Attis “le dichiarazioni rese pubblicamente ieri dal presidente Emiliano sono degne di un approfondimento della commissione antimafia”.

Il forzista chiede che, oltre all’acquisizione degli atti, venga“programmata anche una serie di audizioni”, tra cui quella di Antonio Di Matteo, ex presidente dell’Amtab, la municipalizzata di Bari “che oggi su un quotidiano locale parla di concorsi truccati, denunce e, soprattutto, omertà: parole che disegnano un quadro gravissimo, patologico, che merita un attento approfondimento in tutte le sedi”.

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