Accusato di essere un filo-russo, Pupo vede chiudersi le porte della Lituania, che ha annullato il suo concerto. Per la nazione più meridionale tra i paesi baltici lo show del cantante italiano al Cremlino è imperdonabile e per tale ragione il cantautore non potrà esibirsi.
Alcuni giorni fa Pupo si è esibito in Russia, al Cremlino, cercando di promuovere un messaggio di pace e unione. Dopo ben tre ore di concerto davanti al vasto pubblico del Palazzo di Stato, il cantante italiano non ha pronunciato discorsi politici, né si è profuso in elogi del presidente russo Vladimir Putin. Pupo ha piuttosto voluto promuovere un messaggio di comprensione, unione e pace, invitando tutti a non cedere “all’ostilità che porta ad emarginare la cultura russa, patrimonio di tutta l’umanità“. Poi a parlare è stata la sua musica, molto apprezzata dai cittadini russi.
Nello specifico la sua canzone Un amore grande è stata da lui definita come un auspicio “perché torni l’amore tra popoli, specie tra i due popoli che stanno vivendo questo momento difficile“, come riportato da Ansa.
Eppure c’è chi ha visto nell’esibizione del cantante italiano in Russia qualcosa di assolutamente negativo. La Lituania ha risposto allo show russo di Pupo annullando il suo concerto programmato in questi giorni. Il prossimo 26 marzo, infatti, il cantautore avrebbe dovuto esibirsi a Siauliai, in Lituania, ma tutto è saltato. Gli stessi organizzatori dell’evento, come riportato da Il Messaggero, hanno commentato la decisione definendola come “una buona notizia per tutti coloro che non sono indifferenti all’aggressione russa all’Ucraina“, dal momento che è necessario “chiudere le porte della Lituania a tutti gli artisti filo-russi“.
Venuto a conoscenza della notizia, Pupo ha così commentato: “Mi fecero capire che se avessi cantato al Cremlino, non avrei potuto cantare in Lituania. Con tutto il rispetto, posso prendere ordini dagli amici lituani? In vita mia non ho mai preso ordini da nessuno, ho sempre fatto quanto ritenevo giusto e opportuno. Io credo che cultura, arte e musica non debbano subire alcun tipo di censura“. E, ancora: “C’è da dire una cosa, i signori lituani parlano di intolleranza, ma in questo caso mi pare che gli intolleranti siano loro, perché in Russia nemmeno mi ha mai messo di fronte a una scelta simile. Se i russi mi avessero detto la stessa cosa, non l’avrei accettata da uomo libero, artista libero e che ama e rispetta tutte le culture del mondo. Chiunque voglia impedire agli artisti di portare la loro arte e creatività nel mondo, non va d’accordo con me. Quindi sono molto felice”.