Ponte sullo stretto, cantieri al via. Occupazione, fondi e pil: tutti i numeri

Ponte sullo stretto, cantieri al via. Occupazione, fondi e pil: tutti i numeri

Ottime notizie sull’apertura dei cantieri per la costruzione del Ponte sullo Stretto: come più volte ribadito nelle scorse settimane dal governo, non si prevedono ritardi sulla tabella di marcia con l’inizio lavori previsti nell’estate 2024. Lo ha assicurato quest’oggi anche Valerio Mele, il Direttore tecnico della società Stretto di Messina. L’indotto positivo porterà circa 23 miliardi di euro e 37mila nuovi posti di lavoro come ha spiegato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.

“Progetto adeguato”

“I cantieri delle opere propedeutiche al Ponte, come le bonifiche e l’eliminazione delle interferenze, partiranno quest’estate subito dopo l’approvazione del piano finanziario da parte del Cipess“, ha spiegato Valerio Mele. L’occasione per ribadire la ferma volontà di non perdere ulteriore tempo nonostante i bastoni tra le ruote dei verdi catastrofisti è stato un convegno organizzato da Unioncamere Sicilia, Uniontrasporti con la Camera di Commercio Palermo-Enna e con il patrocinio della Regione Siciliana. “Se nel corso degli otto anni di esecuzione – ha aggiunto – dovessero subentrare nuove tecnologie di costruzione o di materiali, queste saranno prontamente adottate adeguando il progetto. Così come massima sarà l’attenzione all’ambiente”.

Le parole del ministro

23 miliardi di impatto positivo sul Pil, 37.000 posti di lavoro a tempo pieno. Regioni con maggiori benefici in termini di nuovo PIL, oltre a Sicilia e Calabria, saranno Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. Sviluppo, lavoro, crescita in tutto il Paese: la migliore risposta ai livori dei ‘No Ponte‘, ha twittato Salvini dopo le notizie positive dal direttore tecnico Mele.

Gli impatti positivi del Ponte

Otto anni di costruzione per poi vedere realizzata una delle più grandi opere di sempre nel 2023: in questo lasso di tempo gli occupati stabili previsti saranno circa 37mila, il Pil del Paese salirà enormemente, il gettito fiscale per lo Stato è stato stimato in 10 miliardi ma i numeri non si fermano qui. Secondo l’analisi costi-benefici realizzata da OpenEconomics e illustrada da Dino Ferrarese, è previsto un contributo di poco più di 22 miliardi di euro per i redditi delle famiglie, quasi 11 miliardi di redditi da capitale, 8,8 miliardi di redditi da lavoro e 3,4 miliardi di imposte indirette.

Per comprendere che non si tratta di una grande opera locale ma nazionale, tra indiretto e indotto nelle varie regioni la Lombardia riceverà il contributo più elevato pari a 5,5 milardi seguita da Lazio (2,6miliardi) e Sicilia (2,1 miliardi). Subito dietro Emilia-Romagna, Veneto e Calabria. Ferrarese ha spiegato che “nelle regioni del Nord sono maggiormente concentrate le imprese che per dimensioni e capacità possono garantire la fornitura di materiali, servizi e tecnologie“.

I benefici per la Sicilia

Oltre ai numeri, la costruzione del Ponte farà da traino per la realizzazione di importanti altre opere in Sicilia come ha precisato quest’oggi Ivo Blandina, presidente di Uniontrasporti. “Il Ponte sullo Stretto assicura un sistema di collegamento veloce tra la Sicilia e il resto del Continente europeo, non solo perché dimezza i tempi di attraversamento fra Messina e Villa San Giovanni, ma anche perché trascina con sé lo sviluppo dell’intera rete di trasporto dell’Isola”. All’atto pratico, il prossimo futuro vedrà il raddoppio della Palermo-Messina ma il Ponte richiamerà anche l’anello che Anas sta progettando per collegare i territori di Trapani e Agrigento e i porti della costa meridionale sicula con l’alta velocità e con l’asse della Sicilia orientale fino a Messina. “Ciò permetterà a tutte le imprese, anche a quelle delle aree interne, di potere ricevere e spedire merci da e per l’Europa in ttempi e con costi competitivi“, ha concluso Blandina.

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