Dove abita precisamente Brian Molko? È quello che si è effettivamente chiesto il pm di Torino Enzo Bucarelli che vorrebbe mandare a processo proprio leader dei Placebo per imputargli il reato di vilipendio delle istituzioni in merito al caso dei suoi insulti pronunciati contro Giorgia Meloni lo scorso 11 luglio. La procura del capoluogo piemontese ha chiuso l’inchiesta, ma adesso deve attendere l’esito di una rogatoria internazionale per individuare il domicilio di Molko, che risulta risiedere a Londra, e notificare gli atti del procedimento. I magistrati avevano aperto un procedimento per vilipendio e, subito dopo, tramite un avvocato di Vercelli, il presidente del Consiglio aveva presentato una querela per diffamazione contro Molko.
I Placebo – famosa band britannica – si erano esibiti otto mesi fa in occasione di un concerto a a Nichelino, frazione di Stupinigi, alle porte di Torino, nell’ambito del festival “Sonic park”. Dal palco, Molko, 41 anni, aveva insultato pesantemente il capo del governo. In maniera del tutto ingiustificata, senza che vi siano stati precedenti, il cantante e chitarrista cominciò infatti a urlare nei confronti del premier: “Razzista, fascista, nazista, pezzo di m…“. Il temperamento del musicista è ben noto a chi segue la band, ma l’invettiva contro un capo del governo italiano non aveva alcun tipo di precedente. I carabinieri avevano segnalato il caso al pubblico ministero di turno della procura del comune torinese.
Le escandescenze del frontman dei Placebo
I cinquemila spettatori presenti sotto il palco dello Stupinigi Sonic Park dovettero così assistere, loro malgrado, alle invettive pronunciate dallo storico leader della band. Nel giro di pochissimi secondi fu tutto un’esplosione di offese personali piuttosto pesanti espresse tutte in lingua italiana. Il gesto dell’ombrello e il dito medio avevano poi condito la sua esibizione volgare e violenta contro Meloni. Furono pochi i video che ritrassero quel momento e non perché – come qualcuno aveva avanzato – vi fosse stata una certa forma censura. Ma solamente per il fatto che i Placebo, come ben sa chi li segue, non hanno mai amato particolarmente che ci siano i telefoni accesi durante i loro concerti: ed è per questo che invitano gli spettatori a spegnerli e a godersi lo spettacolo senza effettuare registrazioni o fotografie. Ma qualcuno, in quella circostanza, “disobbedì” ai suoi idoli e le immagini avevano cominciato a rimbalzare sui social.
Scarsa eleganza e mancanza di rispetto avevano caratterizzato l’esibizione a Nichelino, ma ai più non stupì quel loro comportamento, visto che quando furono invitati sul palco del teatro Ariston nel lontano 2001, forse per rompere il protocollo o per creare disagio nel pubblico composto di Sanremo, Molko spaccò una chitarra ricevendo in cambio una sonora protesta. Quella volta la sua reazione fu più elegante, si chinò e se ne andò, mentre stavolta aveva travalicato il limite della volgarità. A breve, invece, potrebbe finire ufficialmente imputato.