Sarebbe stata segregata in casa, picchiata ed insultata per circa un anno dal marito e dalla suocera, entrambi di origine marocchine: non poteva uscire nè studiare senza il loro permesso. Ma non è tutto: i due le avrebbero imposto di indossare il velo islamico anche fra le mura domestiche. Questo l’incubo vissuto da una ragazza di poco più di 20 anni, per una vicenda che arriva dalla provincia di Grosseto. Stando a quel che riporta stamani il quotidiano Il Tirreno, nel registro degli indagati sono stati iscritti il coniuge della giovane (un cittadino trentenne originario del Marocco) e la madre cinquantacinquenne di quest’ultimo, per maltrattamenti e sequestro di persona. Con lesioni, perché la ragazza ha a quanto pare dichiarato agli investigatori di essere stata malmenata in almeno tre circostanze. Quest’ultima, fuggita di casa lo scorso anno, è stata ascoltata nelle scorse ore dagli inquirenti in audizione protetta, con l’intermediazione di una psicologa.
Nell’ipotesi provvisoria formulata dalla procura di Grosseto, marito e suocera sarebbero indagati per maltrattamenti perché nel periodo compreso tra il settembre 2022 e il luglio 2023 avrebbero attuato comportamenti vessatori nei confronti della presunta vittima. I due avrebbero impedito che la giovane avesse una vita sociale: secondo le accuse, avrebbero chiuso a chiave dall’esterno la porta dell’abitazione per non farla uscire (ed è per questo che viene ipotizzato il sequestro di persona) e le avrebbero impedito di studiare e di mangiare regolarmente. Non permettevano nemmeno che fosse visitata da un medico, qualora avesse avuto problemi di salute. Non solo: la giovane donna sarebbe stata obbligata a indossare anche tra le mura domestiche i vestiti lunghi e il velo islamico.
Sarebbe stata anche insultata e presa a schiaffi, durante il periodo di convivenza. E in alcuni casi (tra il luglio 2022 e l’aprile 2023) le aggressioni attribuibili alla sola suocera le avrebbero causato lesioni. In un’occasione sarebbe ad esempio stata centrata da una bottiglia scagliatale addosso, che l’avrebbe colpita alla testa causandole un ematoma. In un altro caso, sarebbe stata percossa riportando contusioni giudicate guaribili in otto giorni. Un quadro di violenze ed umiliazioni che si sarebbe interrotto lo scorso luglio, quando la ragazza ha lasciato il tetto coniugale e ha chiesto aiuto. A seguito dell’accaduto, avrebbe persino lasciato l’Italia, per motivi di sicurezza: la giovane donna è tornata in Toscana per rispondere alle domande che le sono state poste. Il fascicolo è quindi tornato nelle mani del pubblico ministero, per le opportune decisioni. E nei prossimi giorni potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi.