Gli italiani meritano la bocciatura in economia e finanza o perlomeno necessitano di ripetizioni. A stilare la «pagella» è la Fabi, il principale sindacato dei bancari, e l’esito non lascia dubbi: le competenze dei piccoli risparmiatori restano inadeguate seppur in miglioramento. Su una scala di punti da 1 a 20, in Italia il grado di preparazione – che misura conoscenze, comportamenti e atteggiamenti in materie economiche e finanziarie – non arriva infatti mai a quota 12, cioè alla sufficienza. Qualcosa, tuttavia, si muove: se nel 2017 il punteggio era 10, l’anno dopo era salito a 10,1 e appunto nel 2023 a 10,6. Gli italiani scarseggiano comunque su tutte le «materie» economiche: dalla pianificazione personale al bilancio familiare, dal risparmio agli investimenti, dal credito ai servizi di conto corrente, dai sistemi di pagamento alla finanza digitale; comprese le criptovalute.
La Fabi dà quindi una riposta al problema, tornando in campo con un’iniziativa per i più giovani: si chiama «Fabinomics» il podcast con cui il sindacato partecipa, per il quarto anno consecutivo, alla Global Money Week, la manifestazione mondiale promossa dall’Ocse e dedicata all’educazione finanziaria, che si svolgerà dal 18 al 24 marzo. «In tema di alfabetizzazione finanziaria ci sono dei passi avanti – ha detto il leader della Fabi, Lando Maria Sileoni – ma siamo ancora lontani dall’aver raggiunto una vera consapevolezza. Ci sono ampie differenze di conoscenza per titolo di studio, ma anche di genere, con le donne ancora penalizzate. Compiere scelte consapevoli è fondamentale, perché alcune decisioni hanno un impatto sul nostro futuro, sulla nostra vita e su quella delle nostre famiglie». Basta pensare a quanto è successo ai mutui con il rialzo dei tassi Bce.