Michele Santoro ha presentato i candidati alle Europee della sua lista ‘Pace, terra, dignità’ all’insegna del “pensiero critico”, soprattutto in politica estera. Il riferimento è chiaramente alla guerra in Ucraina e alla posizione di molti esponenenti che hanno abbracciato il progetti politico dell’ex conduttore Rai.
Tra loro, come fa notare Repubblica, c’è Benedetta Sabene, autrice del libro Ucraina, controstoria di un conflitto. Oltre i miti occidentali. “Dover ripetere ‘condanno l’invasione russa, supporto il popolo ucraino’ prima ancora di esprimere il mio pensiero ha iniziato – scrive Sabene nell’introduzione del suo saggio – aricordarmi la preghierina rassicurante e stucchevole che, da bravi bambini recitavamo prima di dormire e mangiare per fare contenti mamma e papà”. Secondo Sabene: “la dicotomia tra sistema democratico occidentale e autocrazia russa ha una connotazione propagandistica” che non funziona perché l’Ucraina ha un sistema politico molto lontano da quello di una democrazia liberale e perché la presenza del neonazismo in quel Paese “rappresenta un unicum mondiale”. Lo scrittore russo naturalizzato italiano e autore del bestseller Educazione siberiana, Nicolaj Lilin, ritiene che tutti i Paesi baltici siano pieni di nazisti. Secondo Lilin e non ha dubbi: “Quella della Russia non è una guerra, sono operazioni locali limitate”.
Operazione speciale, la dizione che i media di regime russi usano per il massacro in Ucraina: Lilin non legge la stampa occidentale serva della Nato ma sicuramente guarda la tv di Mosca. Lilin, attraverso i suoi canali web fa “aggiornamento giornaliero sull’operazione militare speciale” e non soltanto è convinto che non si possa parlare di “invasione”, ma soprattutto che, che il regime autoritario di Putin sia “mille volte più democratico” di quello occidentale. Lo storico Angelo D’Orsi, pochi giorni prima dello scoppio della guerra, riteneva che l’intervento russo fosse necessario per “dare una lezione al governo di Kiev” e, dal palco di una festa di Rifondazione comunista, ha detto: “Putin sta facendo qualcosa per tutti noi, sta cercando di opporsi all’unipolarismo più bieco”. Pino Arlacchi, sul Fatto Quotidiano, invece, ha scritto: “La reazione armata della Russia è stata certamente un eccesso di legittima difesa che ha fatto in un certo senso il gioco degli antagonisti occidentali” e l’unica via d’uscita è“un riconoscimento di una realtà di fatto, anche senza negoziato”. Il noto vignettista Vauro, che raffigura Zelensky col naso adunco tipico degli ebrei, dice: “Non me ne frega un cazzo chi è Putin. In questo momento la mia pancia e la mia testa stanno con i bambini del Donbass, che la guerra la stanno vivendo da 8 anni”. La candidata Fiammetta Cucurnia, infine, sostiene che “le armi destinate all’Ucraina sono finite nelle mani dei terroristi islamici” ed è convinta del fatto che gli ucraini stessero “costruendo la bomba nucleare”.