Questa sera alle 21.30 su Rai 1 va in onda Folle d’amore – Alda Merini, una coproduzione Rai Fiction e Jean Vigo Italia diretta da Roberto Faenza che porta in prima serata la figura di Alda Merini, la “poetessa maledetta” che ha affrontato una vita difficile, senza però mai perdere il suo impulso alla scrittura e alla poesia.
Folle d’amore – Alda Merini, la trama
La fiction in onda stasera su Rai 1 si pone l’obiettivo di raccontare la vita di Alda Merini, tra i suoi alti e i suoi bassi, seguendo però soprattutto il bisogno di scrivere, di dare una voce a quel talento che la donna ha sempre avuto. La storia si dipana su più piani temporali. Lo spettatore, infatti, seguirà il percorso dell’Alda adolescente (interpretata dalla giovane e promettente Sofia D’Elia) che, in un dopoguerra fatto di ostacoli e povertà, spicca per la sua sensibilità, per quella sua capacità di sondare il reale e trasformarlo in poesie che la sua famiglia non incoraggia o non capisce. Per Alda, però, la scrittura è tutto e per questo rimane davvero molto delusa quando scopre di non poter seguire gli studi al Liceo Classico, almeno finché un’insegnante non vede in lei delle potenzialità che la spingono a cercare aiuto. Il secondo piano temporale è quello di un’Alda Merini adulta (Laura Morante) che porta sul volto e sul corpo i segni di una vita difficile, dolorosa, costellata dalla malattia fisica e, poi, da quella mentale. Ma l’arte continua ad essere la sua bussola, l’unica vera luce che non si è mai estinta.
Chi era Alda Merini?
Nata a Milano il 21 marzo 1931, considerata spesso la “poetessa della primavera”, Alda Merini sin dall’infanzia cerca nella scrittura e nel componimento un modo per raccontare il mondo che vede. Molto sensibile e dallo spirito malinconico, costretta a vivere negli anni dei bombardamenti su Milano durante la Seconda Guerra Mondiale, Alda Merini come scrittrice cresce da autodidatta e, in tale veste, tenta l’ammissione al luceo classico Alessandro Manzoni di Milano, senza però riuscire a superarlo. Tuttavia una sua insegnante la mette in contatto con Giacinto Spagnoletti, che fu il suo primo mentore nel mondo della letteratura e il suo primo sostenitore, che le regala una recensione piena di entusiasmo che però il padre della poetessa straccia, per ricordare alla figlia sedicenne che la poesia non era un ambito lavorativo che permettesse di mantenersi. Nello stesso anno, il 1947, Alda Merini viene ricoverata a Ville Turro, una clinica di Milano,in cui le viene diagnosticato un disturbo bipolare.
Proprio la sua condizione fisica e quella mentale, il continuo giudizio degli altri e anche la sua forte religiosità sono elementi che ricorrono nella sua produzione, a partire dalla prima raccolta pubblicata nel 1953 con il titolo La presenza di Orfeo. La morte del padre e la nascita delle due figlie, con una terribile depressione post-partum, sembrano inasprire le sue condizioni di salute e per un po’ Alda Merini rimane lontana dalle pubblicazioni, perché internata all’ospedale psichiatrico Paolo Pini, dal 1964 al 1972, dove viene sottoposta all’elettrochoc e che porta all’allontanamento delle figlie che, a causa delle condizioni materne, vengono cresciute da altre famiglie. Quest’esperienza portò in Alda Merini un sentimento di vergogna e umiliazione, ma anche la sensazione di essere davvero sul punto di impazzire, perché nessuno sembrava comprendere davvero quello che le si agitava nella mente e nell’animo.
L’esperienza nell’ospedale psichiatrico, però, portò anche alla pubblicazione di La Terra Santa, quello che ancora oggi è considerato il suo capolavoro e nel quale la poetessa ha riversato tutta la sua esperienza personale. La sua vita continua ad essere travagliata: la morte del primo marito la lascia isolata dal mondo della letteratura, finché non incontra Michele Pierri, che sposerà e che si prenderà cura di lei, finché la malattia terminale di cui era affetto non la trasforma di nuovo in una vedova abbandonata a se stessa. Per tutti gli anni successivi Alda Merini continua a scrivere e a comporre, combattendo perché la sua voce venga ascoltata, affinché non si perda nell’oblio del tempo. Muore all’età di 78 anni nel 2009 a causa di un tumore.
Le poesie da riscoprire
La produzione di Alda Merini è stata vasta e variegata, capace di abbracciare tantissimi temi: dalla religione all’amore, dal sentimento di essere esclusi alle esperienze psichiatrice, passando per quella sensibilità che ha sempre caratterizzato tutta la sua esistenza. La fiction che arriva questa sera su Rai deve il suo titolo alla raccolta Folle, folle, folle d’amore per te che contiene anche la poesia Folle di amore per te che, come riportata da Solo Libri, recita: “Io sono folle, folle, folle di amore per te. Io gemo di tenerezza perché sono folle, folle”.
Tra le poesie più famose, tutte conservate nel sito ufficiale dedicato ad Alda Merini, c’è senza dubbio Sono nata il ventuno a primavera, in cui la poetessa ricorda: “ma non sapevo che nascere folle/aprire le zolle/potesse scatenar tempesta.” Come si diceva qualche riga più in alto, il suo capolavoro è considerato La Terra Santa in cui racconta la sua esperienza di internamento, raccontandola come “la mia Palestina/le mura del manicomio/erano le mura di Gerico/e una pozza di acqua infettata/ci ha battezzato tutti. Tra i versi più famosi non si può non citare Ho conosciuto in te meraviglie, o anche Il testamento. C’è infine la poesia Alda Merini, contenuta ne La gazza ladra, in cui l’autrice scrive di se stessa: “In me l’anima c’era della meretrice/ della santa della sanguinaria e dell’ipocrita./ Molti diedero al mio modo di vivere un nome/ e fui soltanto una isterica.”