Anche Scholz bacchetta il Papa: “L’Ucraina ha il diritto di difendersi”

Anche Scholz bacchetta il Papa: “L’Ucraina ha il diritto di difendersi”

Le parole di Papa Francesco sull’Ucraina hanno scatenato una bufera. La necessità di“mostrare coraggio e negoziare” con la Russia, sino al punto di alzare bandiera bianca, ha mandato su tutte le furie Kiev, come testimoniato dalla presa di posizione del ministro Kuleba. Ma non è tutto. La posizione di Bergoglio è stata stroncata senza mezzi termini dal cancelliere tedesco Olaf Scholz:“Non posso essere d’accordo con lui”, le sue parole durante una conferenza stampa con il primo ministro della Malesia, Anwar Ibrahim, a Berlino.

Anticipate in giornata dal portavoce dal governo tedesco, le dichiarazioni di Scholz ribadiscono ancora una volta il sostegno e l’appoggio a Volodymyr Zelensky:“Quando si tratta della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, la posizione della Germania è molto chiara. L’Ucraina ha il diritto di difendersi e può contare sul nostro sostegno con molte, molte opzioni”. Il cancelliere tedesco ha aggiunto sul punto:“Ho già detto che siamo in prima linea per quanto riguarda il volume e la qualità delle forniture di armi” a Kiev “e per questo ovviamente non sono d’accordo con la posizione citata”.

La linea di Scholz è netta, ma il dibattito non terminerà qui. Nel pomeriggio il ministero degli Esteri ucraino ha convocato il nunzio apostolico a Kiev, Visvaldas Kulbokas. “Visvaldas Kulbokas è stato informato che l’Ucraina è rimasta delusa dalle parole del Pontefice sulla ‘bandiera bianca’ e sulla necessità di ‘mostrare coraggio e negoziare’ con l’aggressore”, recita la nota diffusa: “Il ministero degli Affari esteri ha osservato che, invece di appelli che legalizzano il diritto dei forti e li incoraggiano a ignorare ulteriormente il diritto internazionale, il capo della Santa Sede avrebbe dovuto inviare segnali alla comunità internazionale sulla necessità di unire immediatamente le forze per assicurare la vittoria del bene sul male, oltre a fare appello all’aggressore, non alla vittima”.

La Commissione europea ha mostrato vicinanza a Kiev, un esempio seguito dalla Nato. Il segretario generale Jens Stoltenberg, pur senza mai nominarlo, ha risposto al pontefice argentino sottolineando che il sostegno dell’Alleanza atlantica salva vite e deve proseguire. Dito puntato contro Vladimir Putin, che ha iniziato questo conflitto e potrebbe mettervi fine oggi, opzione che invece Zelensky non ha: “Arrendersi non è pace. Dobbiamo continuare a rafforzare Kiev, per dimostrare a Putin che non otterrà quello che vuole sul campo di battaglia. Deve sedersi e negoziare una soluzione per cui l’Ucraina venga riconosciuta e prevalga come nazione sovrana e indipendente”.

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