Divieti e norme sugli imballaggi: cosa prevede l’accordo Ue

Il regolamento Ue sugli imballaggi mette in crisi l'Italia

Il negoziato si è chiuso con un accordo provvisorio che in parte soddisfa l’Italia. Il Consiglio dell’Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un’intesa sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio: per l’Italia, che sull’argomento aveva espresso con nettezza una propria posizione, si tratta di un passo avanti comincia. Il negoziato – ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin – “comincia ad accogliere alcune delle richieste italiane. L’esito, ha spiegato il viceministro Vannia Gava, “conferma la bontà delle nostre proposte per tutelare ambiente e imprese” ma “non è abbastanza e serve ancora un surplus di riflessione” da parte dell’Europa. Tra norme, novità e divieti, ecco cosa prevede l’accordo.

L’intesa conferma innanzitutto la richiesta di un calo dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030, del 10% nel 2035 e del 15% entro il 2040, come previsto nella proposta iniziale della Commissione europea. Saranno vietati dal 2030 alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come imballaggi per frutta e verdura fresca non trasformata, imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, porzioni individuali (come condimenti, salse, panna, zucchero), e prodotti in miniatura per i prodotti da toilette negli alberghi.

La normativa proposta considera l’intero ciclo di vita degli imballaggi: stabilisce i requisiti per garantire che gli imballaggi siano sicuri e sostenibili, richiedendo che tutti gli imballaggi siano riciclabili e che la presenza di sostanze problematiche sia ridotta al minimo. Stabilisce inoltre requisiti di armonizzazione dell’etichettatura, per migliorare l’informazione dei consumatori. In linea con la gerarchia dei rifiuti, la proposta mira a ridurre in modo significativo la produzione di rifiuti di imballaggio fissando obiettivi vincolanti di riutilizzo, limitando alcuni tipi di imballaggi monouso e imponendo agli operatori economici di ridurre al minimo gli imballaggi utilizzati.

Il testo dell’accordo, spiega l’Aula, mantiene la maggior parte dei requisiti di sostenibilità per tutti gli imballaggi immessi sul mercato e gli obiettivi principali proposti dalla Commissione. Rafforza i requisiti per le sostanze presenti negli imballaggi, introducendo una restrizione all’immissione sul mercato di imballaggi a contatto con alimenti contenenti sostanze alchiliche per- e polifluorurate (Pfas) al di sopra di determinate soglie. Per evitare sovrapposizioni con altri atti legislativi, i colegislatori incaricano la Commissione di valutare la necessità di modificare questa restrizione entro quattro anni dalla data di applicazione del regolamento.

(In aggiornamento)

Leave a comment

Your email address will not be published.