Chico Forti: chi è, quanti anni ha e perché è finito in carcere

I colloqui diretti con DeSantis. Così Giorgia ha rimpatriato Forti

Sessantacinque anni, dei quali gli ultimi ventiquattro trascorsi dietro le sbarre. Nato a Trento l’8 febbraio del 1959, tre figli avuti dalla modella americana Heather Crane, campione di windsurf, produttore televisivo e cineoperatore d’assalto, sta scontando una condanna all’ergastolo negli Stati Uniti (per la quale ha rischiato in passato la sedia elettrica). Questo l’identikit di Enrico “Chico” Forti, del quale il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato l’imminente ritorno in Italia: sconterà a quanto pare la pena in un carcere italiano, intanto. Un’esistenza avventurosa quella di Forti, condannato il 15 giugno del 2000 alla detenzione a vita con l’accusa di aver ucciso a Miami il figlio dell’imprenditore Anthony Pike, dal quale stava a quanto pare cercando di acquistare un albergo ad Ibiza.

Sulla base della sentenza del tribunale americano, non appellabile, era stato condannato per “aver personalmente e/o con altra persona o persone allo stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno per la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto delittuoso, provocato, dolosamente e preordinatamene, la morte di Dale Pike”. E la sua storia è più volta tornata in auge nel corso degli ultimi anni, anche alla luce di una serie di servizi realizzati da Le Iene. A fare da spartiacque alla sua vita è una data, quella del 15 febbraio 1998. Fino ad allora era noto perlopiù per esser stato uno dei migliori windsurfers del panorama internazionale degli anni ’80: si avvicinò al surf nel 1979 sul lago di Garda e divenne il primo fra gli italiani a partecipare nel 1985 al campionato del mondo. Una vera e propria passione che nel 1990, presentandosi come concorrente al quiz telvisivo Telemike (condotto da Mike Bongiorno) proprio su quella disciplina sportiva, gli consentì di vincere una somma in denaro tale da permettergli di trasferirsi stabilmente negli Stati Uniti. Contemporaneamente, si era fatto un nome anche come cineoperatore, girando e producendo filmati di sport estremi poi trasmessi da televisioni di tutto il mondo.

Tutto questo fino a quel giorno di poco più di ventisei anni fa, quando Pike fu trovato morto in un boschetto che limita una spiaggia di Miami, a poca distanza dal parcheggio dove lui stesso aveva chiesto a Forti di accompagnarlo, dopo averlo prelevato all’aeroporto. Il decesso fu fatto risalire tra le 20 e le 22 del giorno precedente, poco tempo dopo il suo commiato dall’allora trentanovenne trentino. E proprio quest’ultimo è stato ritenuto colpevole dell’omicidio, nonostante abbia sempre espresso la propria innocenza. E in un’intervista rilasciata al Giornale lo scorso ottobre, aveva raccontato gli oltre due decenni trascorsi nelle carceri statunitensi. Nel marzo del 2021, l’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio annunciò infine il trasferimento di Forti in un altro penitenziario americano, lasciando intendere la vicinanza di una possibile svolta che non si era poi verificata. E che sembra essere arrivata oggi.

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