Torna ad infiammarsi il fronte nord israeliano. Dal 7 ottobre il confine con il Libano e con le postazioni del movimento filoiraniano Hezbollah è diventato per Israele un osservato speciale. Per mesi dopo gli attacchi di Hamas si è temuto che i proxy di Teheran nella Striscia di Gaza e a Beirut potessero muovere a tenaglia contro Tel Aviv. E adesso tale scenario, scongiurato sino ad ora, sembra si stia per materializzare.
Secondo quanto rivelato da fonti di alto livello iraniane e libanesi citate dall’Arab Post, la Repubblica islamica avrebbe infatti dato il via libera agli uomini di Hezbollah all’escalation degli attacchi contro lo Stato ebraico. In particolare, un attacco massiccio da parte dei miliziani sciiti contro Israele sarebbe stato approvato dal regime degli ayatollah solo a condizione che venga acclarata “l’intenzione” delle forze di Tsahal di eseguire l’operazione di terra a Rafah nel sud della Striscia.
Dietro le mosse dell’Iran ci sarebbe il timore che, dopo la nuova fase militare a Gaza, i fedayn in Libano siano il prossimo obiettivo di Israele. Una convinzione derivante dalle “informazioni ottenute” da Hezbollah sui piani di Tel Aviv per un assalto “su larga scala” contro il movimento definito lo Stato nello Stato libanese. Per questo motivo il Segretario generale dell’organizzazione sciita, Hassan Nasrallah, ha convocato per un incontro di emergenza Esmail Qaani, il comandante delle forze Quds, l’unità d’elite dei pasdaran.
Fonti vicine ai Guardiani della rivoluzione hanno riferito all’Arab Post che durante il colloquio Nasrallah avrebbe informato Qaani sulla possibilità di un intervento militare degli israeliani in Libano che potrebbe cominciare “durante il mese del Ramadan oppure in concomitanza con l’invasione della città di Rafah”. Il capo di Hezbollah avrebbe quindi a questo punto chiesto al comandante iraniano “libertà completa su come intenda attaccare”. C’è da segnalare come in parallelo il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, abbia accusato l’Iran, Hezbollah e Hamas di voler usare le prossime festività religiose islamiche per infiammare la regione e “ottenere un altro 7 ottobre“.
Nonostante il via libera ottenuto da Teheran, nello stesso incontro Qaani avrebbe poi espresso la disapprovazione del regime degli ayatollah per il lancio non coordinato di razzi avvenuto a febbraio da parte di Hezbollah contro la città israeliana di Safed nel corso del quale è stato anche colpito l’ingresso di un centro medico. Questo perché, dicono gli informatori iraniani, la Repubblica islamica ha sempre spinto il movimento libanese, parte dell’Asse della resistenza, ad adottare “una politica di pazienza strategica in risposta alle provocazioni di Israele e degli Stati Uniti”. Una linea che però, stando alle ultime indiscrezioni, potrebbe cambiare molto presto.