La candidatura alle elezioni europee con la Lega è pressoché certa ed ecco l’indagine. Un tempismo a dir poco particolare per l’inchiesta per truffa e peculato che coinvolge il generale Roberto Vannacci. Tutto è partito dall’ispezione del ministero della Difesa sul periodo in cui ha ricoperto l’incarico di addetto militare in Russia, per la precisione a Mosca, che ha evidenziato “criticità, anomalie e danni erariali” nelle richieste di rimborso effettuate con autocertificazione. Nel mirino della procura militare indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, spese per benefit legate all’auto di servizio non autorizzate, rimborsi per l’organizzazione di cene che in realtà non sarebbero state organizzate.
Il generale Vannacci è stato rappresentante della Difesa in Russia dal 7 febbraio del 2021 al 18 maggio del 2022, quando Mosca decretò l’espulsione di ventiquattro diplomatici ed esperti militari italiani in seguito all’invasione dell’Ucraina. Le verifiche sull’autore de “Il mondo al contrario” hanno riguardato“la gestione amministrativa dell’ultimo quinquennio” attraverso l’esame di documenti contabili, mail, attestazioni di servizio e interrogatori. Dell’inchiesta si parla già diversi mesi, lo stesso Vannacci a dicembre parlò di“porcheria” per aver“dato fastidio a qualcuno”.
Sono tre i capitoli evidenziati dagli ispettori ministeriali, riporta il Corriere della Sera. Il primo è quello delle autocertificazioni: Vannacci ha percepito l’indennità di servizio all’estero – attribuita in base all’effettiva presenza dei familiari a carico nella sede di servizio estera – ma sarebbero emerse delle incongruenze tra le dichiarazioni del militare e i dati riscontrati sui passaporti diplomatici della moglie e delle figlie.
Poi riflettori accesi su feste e cene: riscontrate anomalie nell’elenco delle spese sostenute presentato da Vannacci. Il militare “avrebbe chiesto e ottenuto rimborsi per spese sostenute impropriamente per organizzare eventi conviviali per la ‘Promozione del Paese Italia’ presso ristoranti di Mosca piuttosto che presso la propria abitazione”. A smentirlo il suo successo, il colonnello Vittorio Parrella: oltre ad aver negato di aver partecipato, ha messo in dubbio l’effettiva organizzazione degli eventi.
Infine il possibile danno erariale per l’utilizzo dell’auto di servizio, una Bmw: 9 mila euro spesi senza giustificazione. “Nel luglio del 2018 lo Stato maggiore aveva autorizzato l’alienazione dell’auto entro il 31 ottobre 2018 e comunque al manifestarsi di inefficienze che potevano richiedere onerosi interventi di manutenzione”. Vannacci e il suo predecessore, il generale Alfonso Miro, non avrebbero rispettato le disposizioni: da qui la decisione di affidare il dossier alla Corte dei Conti “per le valutazioni di eventuali profili di responsabilità amministrativa e connesso danno erariale relativo alle spese sostenute”.
Secondo quanto appreso dall’Adnkronos, Vannacci è“demoralizzato e preoccupato”, ma “fiducioso nella giustizia”, perché“consapevole che prima o poi la verità verrà fuori”. Contattato dall’Agi, Domenico Leggiero, presidente dell’Osservatorio Militare e grande amico del generale, ha ammesso: “Vannacci mi ha detto che si aspettava questa operazione contro di lui. Nella Lega, dopo le Europee, puntano a far fuori Salvini che cercava Vannacci per recuperare consenso e in Fratelli d’Italia non lo vogliono dopo le polemiche con il ministro Crosetto”. Leggiero ha aggiunto:“Vannacci non farebbe una cosa del genere nemmeno se scendesse nostro Signore a terra. Questa è la differenza tra un ufficiale come lui e un quaraquà”.
Ancora più forte il sostegno della Lega. “Ribadisco la stima nei confronti di una persona scomoda che evidentemente dà fastidio al sistema” siamo di fronte “a una inchiesta a orologeria in un momento in cui ci sono scadenze elettorali”, ha ribadito Andrea Crippa, vice di Salvini: “Qualcuno lo colpisce per le posizioni scomode con cui si è esposto, oggi la Lega è ancora di più dalla sua parte, sia dal punto di vista umano che politico”. La corsa alle europee è già iniziata.