La Procura di Milano sta ipotizzando di attuare analisi sui circa 30 milioni di followers di Chiara Ferragni che sono stati indicati da un’informativa della Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta per truffa aggravata sul «Pandoro Pink Christmas» di Balocco e il presunto raggiro sulla beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino. La verifica – allo stato solo un’ipotesi investigativa – potrebbe puntare ad accertare l’esistenza di persone reali associate ai profili social che seguono e interagiscono con l’influencer o se invece si tratti di «pacchetti di bot e profili fake» per aumentare l’engagement sui social network o l’impressione di un seguito più importante di quello reale. Un’eventualità che gli inquirenti non hanno ancora deciso se e come integrare nell’ipotesi di reato di truffa o altre ma che potrebbe toccare i rapporti instaurati tra l’imprenditrice 36enne e le aziende che hanno sottoscritto con lei contratti di sponsorizzazione. L’idea di approfondire è nata da quanto ha scritto la Procura generale presso la Corte di Cassazione lo scorso 29 gennaio risolvendo a favore della Procura di Milano il conflitto di competenza territoriale con i magistrati di Cuneo su chi fossero i titolari delle indagini. La sostituta pg Mariella De Masellis e l’aggiunto Alfredo Pompeo Viola hanno segnalato come la «serietà» della «finalità benefica» della campagna di promozione del pandoro Balocco – venduto a Natale 2022 a un prezzo triplo (9,37 euro) rispetto a quello tradizionale (3,08 euro) e pubblicizzato sui canali di Ferragni – sarebbe stata «garantita anche dalla credibilità di una influencer da circa 30 milioni di followers».