“Rispettate le autorità”. Dopo gli insulti a Meloni, De Luca dà lezioni di bon ton

"Rispettate le autorità". Dopo gli insulti a Meloni, De Luca dà lezioni di bon ton

Rispettate il ruolo dell’autorità“. L’invito rivolto agli studenti del liceo De Sanctis di Salerno arriva direttamente da Vincenzo De Luca, che non più tardi di tre giorni fa aveva dimostrato di non rispettare esattamente alla perfezione la figura di un’istituzione costituzionalmente riconosciuta al comando nel nostro Paese come quella del presidente del Consiglio. Totalmente fuori controllo, il governatore della Campania aveva infatti replicato durissimamente lo scorso venerdì a Giorgia Meloni dopo che quest’ultima aveva commentato il sit-in organizzato dall’ex sindaco di Salerno proprio nelle ore in cui lei si trovava a Gioia Tauro per firmare il Patto di Coesione con la Regione Calabria.

Rispetto, per carità, ma neanche mi stupisce troppo perché se si va a guardare il ciclo di programmazione 2014-2020 risulta speso il 24 per cento delle risorse – aveva dichiarato la premier -. Forse se invece di fare le manifestazioni ci si mettesse a lavorare si potrebbe ottenere qualche risultato in più“. L’insulto personale sprezzante di De Luca in risposta alla Meloni fu sconcertante: “Senza soldi non si lavora. Lavora tu, str…a“, aveva esclamato in transatlantico alla Camera dei Deputati.

Nessuna scusa o parziale rettifica dall’ultimo finesettimana. Vincenzo De Luca è tornato a casa come se niente fosse successo, chiedendo addirittura che fosse il capo del governo a scusarsi con lui. Tuttavia, come se non bastasse, oggi è toccato addirittura sorbirci la sua lezioncina di democrazia dalla città in cui è stato sindaco per dieci anni, con tanto di paternale agli adolescenti. “Oggi stiamo entrando in un clima di indifferenza. La democrazia è davvero a rischio, state attenti“, diventa il severo monito rivolto agli studenti del De Sanctis in occasione dell’iniziativa “È viva la Costituzione”. Secondo il presidente della Regione Campania la democrazia “può anche morire per sfinimento, per indifferenza dei cittadini. Io combatto con voi“.

Ma, per l’appunto, non è mancato l’accorato appello ai ragazzi affinché non manchino di rispetto alle persone che hanno una certa responsabilità: “Non perdiamo i valori dei nostri padri e delle nostre madri, valori sui quali una società si regge e va avanti. Rispettate le vostre madri, i vostri padri e i vostri docenti perché così imparate a vivere“. Sulla carta, nulla da obiettare a questa frase. Peccato che il primo a non avere palesato alcun rispetto per l’autorità sia stato proprio lui con quell’insulto vergognoso scagliato alla Meloni. Si potrebbe dunque sostenere che in Italia non è a rischio la democrazia – che è per fortuna ben salda – bensì l’educazione.

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