Il Milan procede spedito sul nuovo stadio a San Donato. Nelle ultime ore la vicenda è diventato un vero intrigo. Prima la richiesta del sindaco Beppe Sala perché i due club si esprimano in via definitiva sulla ristrutturazione di San Siro o sull’abbandono del Meazza.
Poi l’uscita allo scoperto del gruppo We Build, pronto alla realizzazione delle opere senza che le squadre debbano abbandonare lo stadio durante i lavori Infine la notizia, diffusa dall’agenzia Ansa, del disgelo tra le due società sulla questione stadio: l’azionista di maggioranza Gerry Cardinale avrebbe addirittura contattato il presidente dell’Inter Steven Zhang per proporgli di fare insieme il nuovo stadio a San Donato.
Prima della partita con il Monza, il presidente del Milan Paolo Scaroni è intervenuto a DAZN, chiarendo la posizione del club: “Siamo ancora alla settimana scorsa: abbiamo comprato i terreni a San Donato necessari per lo stadio. Stiamo andando avanti per quella strada lì. I contatti tra i proprietari di squadre di calcio continuano ad esserci, ma non c’è nulla di particolare che vogliamo segnalare. In parallelo l’altra novità è l’ultima verifica su questa possibilità di fare una ristrutturazione light su San Siro”.
Sulla possibilità di restare a San Siro, Scaroni non nasconde il suo scetticismo: “Mi piace nel senso che sono anni che mi arrovello interno al tema stadio. Non è che noi del Milan siamo sfavorevoli al San Siro attuale, è che è uno stadio vecchio, che deve essere riammodernato e mi sono sempre chiesto come si fa a riammodernare lo stadio avendo due squadre che giocano due volte a settimana in quello stadio lì. Fare dei lavori con 70mila persone mi è sempre sembrata un’impresa difficile, bisognerebbe traslocare come hanno fatto Real Madrid o Atalanta. Purtroppo non abbiamo stadi vicini che hanno una capienza simile a quella di San Siro e quindi questo ci ha portato a studiare delle alternative”.
Sul sopralluogo di We Build, Scaroni è stato chiaro:“È stata fatta una prima visita, la lettera che è stata scritta non mi rassicura, è piena di ‘se’ e di ‘ma’. Noi siamo pronti a prendere in considerazione la ristrutturazione di San Siro solo se ci verrà garantito nero su bianco che si potrà giocare durante i lavori. Altrimenti andremo avanti col nuovo stadio”. We Build, quindi, non ha convinto a pieno il numero uno rossonero: “La ristrutturazione con lo stadio aperto al pubblico credo che sia impossibile, ma io non sono né un ingegnere né un costruttore: vorrei essere garantito in modo formale con una fideiussione che mi indennizza dell’incasso se non posso giocare una partita in casa”.
Il Milan dunque non intende fare passi indietro su San Donato:“Noi stiamo andando dritti sull’ipotesi San Donato. Tutto il resto è un’eccezione. Abbiamo appena speso 40 milioni per i terreni a San Donato, questo mi pare che sia la miglior prova che vogliamo andare avanti su San Donato. Se ci arriva una nuova proposta la prendiamo in considerazione. La lettera di WeBuild non mi sembra una risposta al mio quesito, mi sembra più un “fateci studiare, magari forse ve la daremo” ecco”.