Uno studio portato avanti da ricercatori italiani dell’Università di Milano e dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha messo in luce una nuova variante del virus del morbillo che rende poco efficaci i tradizionali test molecolari per effettuare la corretta diagnosi. Nello specifico, sono già stati identificati cinque casi relativi alla nuova variante da inizio 2024 nella Città Metropolitana di Milano e nelle circostanti aree sempre in Lombardia.
Le nuove evidenze
Pubblicato su Eurosurvellaince, lo studio mette in mostra il cambiamento del genotipo (ossia l’insieme dei geni) D8“che mostrano tre mutazioni che influiscono sulla diagnostica molecolare”, spiegano i ricercatori. Nessun allarme, comunque, perché i pochi casi non hanno mostrato legami epidemiologici tra di loro: in tre casi il morbillo è stato riscontrato su pazienti che avevano viaggiato in Uzbekistan, Thailandia e al Sud Italia e le stesse mutazioni erano state scoperte un paio di settimane prima da alcuni ricercatori svizzeri attirando l’attenzione degli studiosi italiani che hanno scoperto queste varianti nei cinque casi descritti.
Ma cosa accade con queste nuove varianti? “Ciò si traduce in una leggera perdita di sensibilità del test. Nessuno degli altri 614 ceppi (453 D8 e 161 B3) rilevati dal nostro laboratorio tra il 2017 (inizio delle attività di sorveglianza) e il 2023 possedeva queste mutazioni”, spiegano, aggiungendo che “i nostri risultati suggeriscono che i MeV (virus del morbillo, ndr) con le mutazioni specifiche rilevate attraverso la sorveglianza molecolare svizzera stanno già circolando in Italia”, in linea con i risultati ottenuti dagli studiosi Pérez-Rodríguez e i loro colleghi. Grazie alla tempestiva segnalazione, i ricercatori sottolineano l’importanza di “aggiornare tempestivamente i test per rilevare tutti i ceppi di MeV attualmente circolanti“.
Cosa fare con i vaccini
La vicenda appena scoperta, nonostante si tratti di un virus endemico che esiste e circola tra noi da decine di anni, pone l’interrogativo se si debbano, o meno, aggiornare anche i vaccini. “Le mutazioni importanti nel morbillo non sono semplici da vedere, nel senso che difficilmente il virus fa delle mutazioni che possono eludere i test o i sistemi anticorpali – spiega il prof. Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Bio Medico di Roma. “Ma in questo caso è successo. Ed è dovuto al fatto che la gente non si è più vaccinata, quindi il virus circola”. Da qui, ecco l’importanza di aggiornare i test molecolari “e, forse, anche il vaccino per il morbillo“.
Il monito dell’Ue
Alza la sognia d’attenzione anche l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) che ha pubblicato un compendio sulla valutazione della minaccia relativa alle epidemie di morbillo in varie nazioni dell’Ue. Secondo la relazione, l’aumento dei casi in Europa desterebbe particolare preoccupazione soprattutto in quelle aree dove vivono gruppi di persone non vaccinate. Secondo gli esperti andrebbe vaccinato almeno il 95% della popolazione “con due dosi” come spiega in una nota la Commissione europea. Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato che l’aumento dei casi di morbillo in Europa “è preoccupante. Si tratta di una malattia altamente contagiosa che può comportare gravi complicazioni, in particolare per i bambini e le persone vulnerabili. La buona notizia è che la malattia può essere evitata mediante la vaccinazione e che nell’UE sono disponibili molti vaccini sicuri ed efficaci”.