Alexei Navalny, il più importante oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è morto oggi in una colonia penale. A dare la notizia è stata l’agenzia russa Tass, secondo cui le cause del decesso sono ancora in fase di accertamento. “Il 6 febbraio 2024, nella colonia correzionale n. 3, il detenuto Navalny A.A. si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi immediatamente conoscenza“, riporta il media vicino al Cremlino, citando un messaggio apparso sul sito del servizio penitenziario della Federazione. “Gli operatori sanitari dell’istituto sono arrivati immediatamente ed è stata chiamata una squadra medica di emergenza“. Stando a quanto scritto dalla Tass, i medici hanno fatto tutto il possibile per rianimarlo, ma senza successo. Stando a quanto riferito dalla televisione di Stato russa, che ha riportato le dichiarazioni del sito di opposizione Meduza, il suo decesso sarebbe stato causato da un’embolia.
“Il Servizio penitenziario federale sta verificando e indagando“, ha commentato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov. “Non serve un’indicazione speciale del Cremlino in merito“. Navalny si trovava in un carcere nel territorio artico della Federazione. Pare che il 47enne fosse stato appena trasferito in una cella di isolamento per la 27esima volta dall’inizio della sua detenzione, nel gennaio 2021. Avrebbe dovuto passare nella ShiZO 15 giorni, un record per il sistema carcerario russo. L’11 febbraio aveva terminato un altro periodo di reclusione in solitaria, portando il totale del periodo passato in isolamento a 308 giorni. La sua portavoce Kira Iarmych ha dichiarato di non avere ancora “nessuna conferma” del decesso di Navalny e che il suo avvocato si sta recando alla colonia penale per ottenere informazioni aggiuntive, mentre Leonid Volkov, il suo braccio destro, ha affermato che considererà la notizia, se vera, come una “confessione” delle autorità russe che “lo hanno ucciso“. Nel frattempo la commissione inquirente, organo che in Russia si occupa dei casi di alto profilo politoco, ha annunciato di aver avviato “un’indagine procedurale per stabilire le circostanze dell’incidente“.
Alexei @navalny fought for the values of freedom and democracy. For his ideals, he made the ultimate sacrifice.
The EU holds the Russian regime for sole responsible for this tragic death.
I extend my deepest condolences to his family. And to those who fight for democracy around…— Charles Michel (@CharlesMichel) February 16, 2024
Il 47enne era stato condannato a 19 anni di reclusione in “regime speciale” per aver finanziato attività estremiste. All’inizio di dicembre, era sparito da una prigione nella regione di Vladimir, dove si trovava per scontare un’altra sentenza trentennale . Per giorni si erano perse le sue tracce e si era temuto il peggio, fino all’annuncio della sua portavoce Kira Iarmych. L’uomo soffriva già da tempo di problemi di salute legate alle sue condizioni di prigionia, e pare che il personale medico del penitenziario dove si trovava prima del trasferimento lo avesse curato solamente con una flebo. Commentando la notizia, il presidente della Lettonia Edgars Rinkevics ha dichiarato che Alexei Navalny “è stato brutalmente assassinato dal Cremlino“. Un’affermazione a cui hanno fatto eco le parole del presidente del Consiglio europeo Charles Michel: “L’Ue ritiene il regime russo l’unico responsabile di questa tragica morte“.