Scossone nel centrosinistra sardo in vista delle prossime elezioni Regionali, in calendario domenica 25 marzo 2024: la candidata Maria Grazia Giordo di Sinistra Futura, lista che sostiene Alessandra Todde nella sua corsa verso la poltrona di governatore dell’Isola, ha infatti deciso di autosospendersi e rinunciare a prender parte alla competizione elettorale. Alla base della scelta la condanna in primo grado della donna in una vicenda di traffico di stupefacenti dove la Giordo è stata ritenuta dagli inquirenti la cassiera di una banda che gestiva un traffico di cocaina occultata all’interno di libri.
La vicenda
La decisione arriva dopo il terremoto scatenato dalla diffusione della notizia dell’esistenza di una lista di sette candidati ritenuti a vario titolo “impresentabili” dalla Commissione parlamentare Antimafia in seguito a verifiche sulla violazione del codice di autoregolamentazione: dell’elenco fanno parte, oltre a Maria Grazia Giordo (Sinistra Futura) anche l’assessore uscente dell’Agricoltura Valeria Satta (Lega Salvini Sardegna), Valerio De Giorgi, (Democrazia cristiana con Rotondi), Sergio Oriti Niosi (Forza Italia-Berlusconi-PPE), Antonello Peru (Sardegna al centro 20venti), Giovanni Satta (Alleanza Sardegna-Pli) e Salvatore Sechi (Liberu).
Nello specifico, Maria Grazia Giordo risulta condannata in primo grado dal tribunale di Cagliari a 7 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti: è stata considerata dagli inquirenti la cassiera di una banda che da Sassari gestiva un traffico di cocaina che veniva occultata all’interno di libri. I legali della candidata hanno deciso di ricorrere in appello contro la sentenza e restano in attesa dell’evoluzione del procedimento.
Il comunicato della lista
“Sinistra Futura è e resta garantista ma ha ritenuto opportuno, a poche ore dalla vicenda, agire in maniera netta e trasparente davanti a una situazione che attende un chiaro esito giudiziario”, si legge in un comunicato ufficiale. “Alla candidata Maria Grazia Giordo, come previsto dalla legge, non correva l’obbligo di comunicare la propria situazione”, prosegue la nota, “i vertici di Sinistra Futura hanno verificato, come previsto dalla normativa al momento della candidatura, il casellario giudiziario che risultava privo di qualsiasi annotazione”.
La decisione è arrivata per evitare polemiche, considerando che “in questo momento storico e politico più che mai non debbano esserci ombre – nella volontà di costruire un nuovo progetto e avere una nuova visione di Sardegna”. “Apprezziamo che la candidata si sia giustamente autosospesa dando un segnale chiaro e forte di trasparenza. Non ci risulta che questa sia la prassi sia a livello regionale che nazionale. Dunque, auspichiamo che la stessa azione di Sinistra futura sia portata avanti anche dalle altre liste, che hanno dovuto affrontare la stessa problematica”, conclude il comunicato.
Le parole dell’ex candidata
“Mi dispiace molto aver creato imbarazzo alla lista di Sinistra Futura, alla coazione e alla candidata alla Presidenza della Regione”, scrive Maria Grazia Giordo nella sua lettera di autosospensione. “Non pensavo che una cittadina incensurata quale io sono, nel cui certificato del casellario giudiziale, rilasciato in data 30 gennaio 2024, alla voce di informazioni nella banca dati è scritto ‘Nulla’, potesse finire su tutti giornali e i Tg”, aggiunge.“Nel 2018 sono stata coinvolta, mio malgrado, in una vicenda giudiziaria che non è ancora conclusa”, spiega, “mi sono sempre proclamata innocente ed ho fatto ricorso in appello per avere giustizia, non pensavo che questo fatto da solo implicasse una ‘condanna’ considerata innocente finché non sia definitiva una sentenza che la condanna”.
Il rischio di influire negativamente sul voto ha spinto la politica del centrosinistra a fare un passo indietro: “Non volevo assolutamente danneggiare Sinistra futura, il centrosinistra e Alessandra Todde, per questo motivo, rivendicando ancora una volta il mancato rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza, intendo auto sospendermi dalla campagna elettorale in corso interrompendo ogni attività”.