Negli anni Ottanta, il Giappone era il futuro. Ricco, creativo, mai sazio. Le luci di Tokyo, Yokohama e Osaka sembrano brillare più di quelle di New York, Washington e Los Angeles. I giapponesi sono più ricchi degli americani e culturalmente più affascinanti. I loro cartoni – Lady Oscar, L’uomo tigre, Jeeg Robot e C’era una volta Pollon – conquistano il mondo. Si guarda ad est non solo perché la tecnologia sta cominciando ad avere un ruolo sempre più importante nelle nostre vite ma anche perché, tra quelle isole e quegli atolli, le case moticiclistiche stanno realizzando alcuni modelli che sarebbero entrati nella storia. Honda con la Cbr, Kawasaki con la Ninja e Suzuki con la Gsx-R.
È il 1984 quando la casa Hamamatsu realizza la prima GSX-R 750. È un lavoro che dura anni. Da tempo, infatti, i tecnici di Suzuki stanno studiando il modo per portare le moto da pista su strada. Grinta e velocità. Stile e passione. Fantasticano, immaginano, progettano. E, alla fine, realizzano. Nasce così una moto mai vista prima, con la carena che copre tutta la meccanica e 106 cavalli di potenza per 179 chili. Ma è solo l’inizio. Due anni dopo, Suzuki esce con la versione 1100, con 130 cavalli per 194 chili. Altro giro, altra corsa. Nel 1988 nasce il modello J della 750 e, nel 1992, c’è il primo restyling estetico per la GSX-R 750. La strada è ormai segnata. Nel giro di poco tempo, questa moto diventa, forse con un termine oggi un po’ troppo inflazionato, un modello iconico. È uno di quei mostri sacri che tutti vorrebbero guidare. E che viene presentato nella sua nuova versione.
La nuova GSX-8R è caratterizzata da un motore bicilindrico parallelo, telaio con forcellone in alluminio, semi manubri in alluminio forgiato, forcella a steli rovesciati e impianto di illuminazione full LED e strumentazione TFT a colori da cinque pollici. Le linee sono affusolate. Aggressive. Il faro è centrale e il codino rialzato, proprio come la GSX-R degli anni Ottanta.
Secondo quanto fanno sapere da Hamamatsu, questa sportiva condivide il motore con la Sport Enduro Tourer V-STROM 800DE e con la Streetfigther GSX-8S, una performante unità bicilindrica parallela frontemarcia di 776 cc con manovellismo a 270° e distribuzione a quattro valvole per cilindro in configurazione da 83 cv a 8.500 giri/min di potenza massima e 78 Nm a 6.800 giri/min di coppia massima, esattamente come la GSX-8S. Ma non solo. Il motore è abbinato a un cambio a sei rapporti con frizione assistita antisaltellamento SCAS. I consumi sembrano contenuti (4,2 l/100 km nel ciclo misto WMTC) e il sistema Suzuki Cross Balancer, che riduce in maniera significativa le vibrazioni provenienti dall’unità termica, dovrebbe garantire un maggiore confort.
L’elettronica è uno dei punti di forza della GSX-8R, che è dotata di quattro sistemi:
- “SCEGLIILTIRO”: Suzuki Drive Mode Selector con tre mappe motore (Active, Basic e Comfort), tutte a potenza piena ma che modificano la curva d’erogazione in funzione delle preferenze di guida, con la Comfort particolarmente indicata per la guida sul bagnato e la Active dedica alla guida più “R”
- “APRISERENO”: Suzuki Traction Control System regolabile su tre livelli e disattivabile
- SISTEMA “PARTIFACILE”: Low RPM Assist
- “CAMBIARAPIDO”: sistema Bi-directional Quick Shift System
Sono passsati quarant’anni da quel primo modello. Il mondo è cambiato e le moto, forse, ancora di più. Ma, in questo caso, l’anima della GSX-8R è la stessa della GSX-R 750. Una moto che vuole spingere, divertire e, soprattutto, sorprendere