Nel clou delle festività per il Carnevale con decine di migliaia di persone in festa nelle strade, il Brasile fa i conti con un numero esorbitante di casi di Dengue, ossia quelle infezioni causate dalle punture di zanzare Aedes. Rispetto allo stesso periodo del 2023, i casi hanno superato il mezzo milione secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero della Salute del Paese sudamericano aggiornati a ieri contro i 128.842 dell’anno scorso. In tutto questo, i morti accertati sono stati 75 dall’inizio del 2024 e si sta indagando su altri 350 decessi. Sembra un problema lontano da casa nostra, ma in realtà l’Italia è coinvolta per viaggi di rientro di chi torna dal Brasile tant’é che una circolare del ministero sottolinea l’importanza della disinfestazione degli aerei valutando interventi straordinari.
I potenziali problemi per l’Italia
I casi di Dengue in Brasile “galoppano, anche molto velocemente” e “credo sia importante fare due cose: chi si reca in Brasile e ha già avuto la Dengue proceda con la vaccinazione, perché in questo momento la malattia è fortemente endemica in tutto il Sud America”: lo ha dichiarato all’AdnKronos il prof. Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova. Oltre alla vaccinazione, però, serve che i pazienti con sintomi simili alla Dengue avvisino il proprio medico “per fare il test: questo si può fare con avvisi o messaggi sul cellulare a chi sta viaggiando e rientra in Italia – anche attraverso le triangolazioni dei voli – così da intercettare i possibili casi”, aggiunge Bassetti.
Quali sono i sintomi
Nel recente passato, l’Italia ha fatto già i conti con alcuni casi autoctoni (cioè non importati dall’estero) come ha sottolineato il primario che, dopo i casi endemici, “ci potrebbero essere tanti altri contagi autoctoni. Serve uno sforzo di prevenzione e comunicazione, ma mi pare che ci sia poca informazione anche sui media“. A proposito dei sintomi, si riconoscono con febbre alta entro i 5-6 giorni dalla puntura della zanzara. L’Iss (Istituto Superiore di Sanità) fa sapere che oltre alla febbre si presentano forti mal di testa, dolori attorno agli occhi, vomito e nausea, irritazione della pelle e dolori muscolari e alle articolazioni.
L’allarme degli esperti
Il problema che vive il Brasile, una nazione così grande e “con gli interscambi internazionali ormai ripresi e una presenza di zanzare vettrici più ampia sul nostro territorio, anche in inverno, ci pone di fronte a un rischio di diffusione di questa patologia“, ha spiegato all’AdnKronos il prof. Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano. I numeri gli danno ragione visto che soltanto nel 2023 si sono avuti 82 casi autoctoni certificati in Italia su un totale di quasi 300. Diventa fondamentale anche la “disinfestazione degli aerei”, che potrebbe bloccare sul nascere la problematica ed evitare focolai negli aeroporti. “Se è vero che nella gran parte dei casi l’infezione colpisce in modo non pesante – sottolinea – nelle forme gravi, soprattutto nei soggetti fragili, arriva ad avere un rischio di evoluzione seria“.
Come si fa a evitare questa importazione dal Brasile? “Ora un cordone sanitario sarebbe difficile da organizzare perché non c’è un test come per il Covid “, ha dichiarato il prof. Massimo Andreoni, Direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). Servirebbe un prelievo del sangue ma non è facile o accessibile per tutti in questo momento. La raccomandazione per chi parte o rientra dal Brasile è conoscere i rischi legati alla Dengue in quei Paesi, non soltanto il Brasile, dove sta diventando endemica. “La zanzara c’è anche da noi e quindi è chiaro che c’è preoccupazione per eventuali altri contagi d’importazione dal Brasile o Paesi limitrofi“, sottolinea l’infettivologo.
Sull’argomento è intervenuta anche la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, che imputa ai cambiamenti climatici e agli spostamenti internazionali la creazione di “focolai di infezioni” trasmessi dalla Dengue “anche in zone prima non coinvolte“. La parola d’ordine è prevenzione – sottolinea la Gismondo – sia ambientale sia personale. Ambientale con la bonifica delle acque stagnanti, habitat ideale per l’infestazione di zanzare vettrici di queste infezioni; personale innanzitutto con l’uso di insettorepellenti se ci si reca in zone a rischio“.