È stata la serata di Fiorello come presentatore, anzi come co-conduttore. Dopo quattro puntate a far finta di non salire sul palco. E altrettante a divertirsi e a far divertire il pubblico in strada e gli spettatori nella notte all’Aristonello, appena fuori dall’Ariston ufficiale. Nella infinita gara (il vero difetto di questa edizione) che, dopo il riascolto delle trenta canzoni, ha decretato il vincitore (e il cui nome non trovate in queste pagine perché il Giornale era da tempo chiuso all’ora della proclamazione) Ciuri ha strafatto. Lui aveva promesso che si sarebbe contenuto. Figuriamoci: si è presentato tutto luminescente sulle note di Vecchio frack e poi chi l’ha tenuto più. Del resto in platea c’era per la prima volta la sua famiglia: la moglie Susanna e le figlie Angelica e Olivia. «Per me un’emozione, mica come per Ama: suo figlio Josè è cresciuto su quella poltrona». C’è stato un momento per ricordare la tragedia delle foibe, nel Gorno del Ricordo, come chiesto dal senatore Maurizio Gasparri. Sulle note di Sergio Endrigo, esule istriano, Amadeus ha menzionato i crimini di Tito e la tragedia degli italiani uccisi o costretti a lasciare la loro terra senza pronunciare la parola «comunismo».
Emozione e sensualità – con l’intoppo del televoto intasato – con il Bolero di Roberto Bolle che praticamente non ha dormito per arrivare a Sanremo, perché l’altra sera era a Londra dove è stato celebrato per i 25 anni alla Royal Opera House. «Da sempre credo sia importante portare la danza all’attenzione di un grande pubblico. Su Raiuno ci sarà una serata di ballo il 29 aprile, in occasione della giornata internazionale danza». Ricordi che sprofondano nella memoria con Gigliola Cinquetti che – a mezzanotte – canta Non ho l’età sessant’anni dopo la prima volta.