– Prima di iniziare, dico: ma vi rendete conto di quanto si sta baciando le mani Jannik Sinner? Immaginatevi il povero tennista e il Ballo del Qua Qua con la racchetta in mano. Horror.
– Il Prima Festival è il regno del trash. Abolitelo o chiamo Kim Jong-un a fare una strage.
– Pronti via, non so chi sia Aitana, non ha una grandissima voce, ma merita tutte le inquadrature che le hanno regalato. Parlo da maschietto (se mi è permesso senza poi ritrovarmi col braccialetto elettronico).
– Ho visto dell’elettricità tra Sangiovanni e Aitana. Sguardi profondi. Non è che….?
– Sangiovanni porta se stesso alla serata delle cover e già questo la dice lunga su quanto se la crede (tra 4 milioni di brani, devi auto citarti?). PS: senza autotune, ce lo fate sentire?
– Se avete ancora dubbi sul fatto che Annalisa abbia il diritto di stare in cima a questo festival, allora avete prosciutto nelle orecchie. L’interpretazione di un brano non suo, complicato, in un’altra lingua, è eccellente. Note alte, note basse, gorghéggio. Però devo dire che anche La Rappresentante di lista si è difesa molto bene. Voto: 8.
– Rose Villain e Gianna Nannini. Il vero “scandalo” è che le abbiano fatto intonare, si fa per dire, questa canzone. Risultato tragico, per Rose. Ha rovinato un medley che sarebbe stato emozionante e invece si è trasformato in un incubo. Per fortuna il pubblico si è messo a cantare e ha coperto le steccate maldestre e blasfeme di Rose. Voto: 3.
– Aiuto. Fermatela. Fate cantare solo Gianna. “Ma la tenerezzaaaaa”. Che orrore. Gianna intervieni. Gianna perché non blocchi tutto? “Sei nell’animaaaaaaaaaaa”. Ho i brividi dello schifo. Duetto terribile. E l’Ariston ha pure avuto il coraggio di applaudire.
– Sul palco salgono i cani dei carabinieri e della polizia, panico nei camerini.
– Ah sono quelli degli artificieri, potete tirare un sospiro di sollievo.
– Gazzelle e Fulminacci. Ma perché scegliere pezzi che non potete riuscire ad eguagliare e poi li rovinate? “Avvocatiiii”. Steccata. “Se l’amore è amoreeee”. Steccata. “Notte di polizia, qualcuno te lo sei portato via”. Ecco, richiamate i cani e portate via questi due signori. È illegale rovinare così i miei ricordi dell’adolescenza. Voto: 3.
– Ma “Fulminacci” è un nome o un’imprecazione?
– The Kolors e Umberto Tozzi. Piacevole, o almeno non hanno rovinato nulla. E vista come era partita la serata pare già una conquista. Nota positiva: hanno scelto le canzoni giuste per non far sfigurare né Stash né la band. Bravi i produttori. Voto: 6,5.
– Il “ragazzo del 2000”, comunque, ha 24 anni. C’è gente che ha già 2 figli a questa età.
– Alfa e Vecchioni. Si sente solo Vecchioni. Idea geniale di chi ha pensato questa performance: Alfa “canta” da solista solo nelle parti “parlate” dove far danni è difficile. Le parti “cantate” le fanno sempre insieme, così che il gigante possa “coprire” il giovine. Geniale. Voto: 5,5.
– Lorella Cuccarini fa il suo ingresso in teatro. Per caso hanno spostato Sanremo su Canale 5? Oppure Cologno Monzese è riuscita a invadere la Rai, finalmente?
– Io non mi muovo così nemmeno a 30 anni, figuratevi all’età della Cuccarini.
– Bnrk44 e Pino D’Angiò. Si stanno davvero bevendo un amaro mentre cantano? Per un momento ho pensato che fossero tutti vestiti normalmente. Invece no. Idea carina, esecuzione sufficiente. Voto: 6.
– Cocciante e Irama. Insomma. Voto: 5,5. Ma quando il maestro intona il capolavoro di Notte Dame de Paris è pure magia.
– Lorella Cuccarini sta spiegando alle colleghe come ci si veste per l’occasione. Abito adeguato al suo fisico. Non esagerato. Da sera. Perfetto.
– Ah, si vede che è una presentatrice che sa stare in tv. La spalla perfetta in una serata in cui non bisogna perdersi in fronzoli ma pensare solo a condurre lo show. Brava.
– Fiorella Mannoia e Gabbani. Erano arrivati primo e secondi al festival di Occidentali’s Karma e Che sia benedetta. Forse Fiorella parte con qualche problema tecnico all’audio, poi si riprende un po’. L’accoppiata tutto sommato funziona, va detto però che ognuno emerge nella propria canzone e balbetta in quella dell’altro. Poteva andare meglio. Voto: 6.
– E se Lorella si candidasse per la conduzione del Festival da anno prossimo? Rispetto ad Amadeus dà anche meno l’impressione di leggere dal gobbo.
– Santi Francesi e Skin. Sono sorpreso. Lui parte bene, molto meglio di come abbia intonato la sua canzone in gara al festival. Ma molto meglio. Molto molto meglio. Bello. Bravi. Emozionante. Intonati. Accordati tra loro. Duetto da applausi. Anche meglio di Annalisa. Voto: 9.
– Unica domanda, caro Santi Francesi: ma perché la gonna?
– Arisa ci regala un altro briciolo di musica interpretata a dovere. Le perdoniamo pure il rosa confetto.
– Ricchi e Poveri con Paola e Chiara. Bentornato Festivalbar. Che gli vuoi dire? Sbagliare due brani così (Mammaria e Sarà perché ti amo) sarebbe stato da plotone di esecuzione (Kim Jong-un sei pronto?). Volevano fare ballare l’Ariston e ci sono riusciti. Ti piace vincere facile.
– Ghali in mancanza d’altro la butta in politica per la gioia dei progressisti-di-tutto-il-mondo-unitevi, cantando prima in arabo e poi “L’italiano” di Totò Cutugno. Ciliegina sulla torta il saluto salam aleikum e la dedica alle navi delle ONG che lui finanzia. Ci sta, eh. Voglio dire: è la sua cifra stilistica, un po’ stantia, ma tutto sommato ha usato i guanti di velluto (o quelli per le vacche dell’altra sera?). Meglio lui delle uscite in stile Dargen D’Amico. Benino l’esecuzione, sia lodato l’autotune, di sicuro meglio di ieri quando – per sua stessa ammissione – aveva fatto crollare un paio di lampadari.
– Se si fosse limitato all’esibizione, anche sticacchi. Però rivendicare di aver “portato un arabo nelle case degli italiani” dimostra che Ghali voleva far parlare di sè più per il contesto che per la musica. Voglio dire: Annalisa e Angelina sono in cima alle classifiche senza grandi messaggi politici, ma solo per merito di musiche migliori e esecuzioni di livello. Ghali tutto questo non ce l’ha, quindi si arrabatta con la politica. De gustibus.
– Quindi Bagnaia è stato tra noi solo per dire che ascolta la musica prima di scendere in gara. E nient’altro. Utilità? Zero. Però ha risposto “crepi il lupo” e, in tempi di perbenismi green, dove ci vuol poco ad essere accusato dagli animalisti, vale 10 punti.
– Clara e Ivana Spagna. Dovete perdonare il cronista per la divagazione personale, ma se ti hanno portato a Sanremo “Il cerchio della vita” vuol dire che tenevano a tal punto a non sfigurare in questa nostra rubrica da proporre il brano preferito di chi scrive. Potevano pure stonarlo tutto, e non l’hanno fatto, ma poco avrebbe importato. Sono appena tornato bambino. Voto: 8. Ditemi che ora entra Rafiki vi prego.
– Fermi tutti Beppe Vessicchio. Fermi tutti i Jalisse. Troppe emozioni tutte insieme. E subito il pensiero corre a Checco Zalone in Norvegia quando gli scende la lacrimuccia guardando la réunion di Al Bano e Romina a Sanremo. L’effetto è più o meno lo stesso.
– Bertè non sente il countdown, panico negli occhi di Amadeus che dopo il caso Bugo vive con l’ansia addosso. Loredana non è al meglio della forma. Anzi, direi proprio malino: mi sa che il problema non era dei fonici. Questa storia dei “duetti” in cui a cantare alla fine è solo il cantante in gara e l’altro suona sa di mezza fregatura. Voto: 4.
– Geolier, Guè Luchè e Gigi D’Alessio. Avrei volentieri sentito l’ospite internazionale cercare di uscire dalla comfort zone del rap napoletano. Invece nada. Voto: 5.
– Angelina Mango. Lo stile è ardito, ma azzeccato. L’esecuzione non al livello di Annalisa, mi viene da dire. E forse nemmeno di Santi Francesi. Peccato per un paio di sbavature perché la dedica al padre scomparso è da brividi. Voto: 6,5.
– Alessandra Amoroso e Bombadash. Il medley traina, di energia ce ne è a secchiate, anche se Amoroso in questo Sanremo non arriva al cuore. E lasciatevelo dire da un fan dei Sud Sound System: questa versione di Le radici ca tieni è stata un colpo al cuore. Voto: 6,5.
– La pubblicità per l’emissione dei Btp valore sembra un annuncio di altri tempi. Dove ho messo le cambiali?
– Dargen D’Amico in pratica ha declamato una poesia, neanche granché, fingendo di andare a ritmo con la musica. L’idea di mescolare rap e l’orchestra da non ripetere mai più.
– Aridaje D’Amico con i bambini buttati sul pavimento perché non ci sono luci e medicine a Gaza. “Bisogna imporre un cessate il fuoco”. Appello inutile, visto che Dargen conta come il due di coppe quando briscola è spadi. Scusa, mio caro: ma chi dovrebbe imporlo? L’Italia o gli Usa? E a chi: a Israele o ad Hamas? Poi voglio dire: al secondo giro mi sarei aspettato che almeno potessi ricordare degli ostaggi, civili, tenuti in prigione dai terroristi a Gaza. Caro Dargen perché non dire: “Imporre il rilascio dei rapiti”. Eh: perché?
– Mahmood. C’è poco da dire, è stato bravino. Voto: 6.
– Da anno prossimo tutti vestiti per decreto di Amadeus come i Tenores di Bitti, roba forte e un po’ contadina. Ci piace.
– Che marchettone di Carolina Kostner a Suzuki. Principianti: andare a ripetizioni da John Travolta.
– Arriva all’improvviso il comunicato dei trattori. Così, de botto. Allora, sono tutte richieste legittime, però continuo a non capire perché gli agricoltori sì e i rider no, perché i trattori sì e i giornalisti freelance no.
– Mr Rain e i Gemelli Diversi si completano discretamente nell’insieme, così come i testi delle canzoni degli uni e degli altri. La coreografia con i nastri delle farfalle olimpiche rende il tutto decisamente piacevole. E gli applausi dell’Ariston dimostrano che quel furbacchione di Mr Rain arriverà più in alto di quanto i critici musicali non saranno mai disposti a riconoscergli.
– Ma Amadeus che si ficca in mezzo con la canzone ancora in corso? E fortuna che la scaletta l’ha scritta lui.
– Ai trattori comunque alla fine hanno dato un contentino, peraltro a un orario improponibile: a quell’ora i contadini sono più vicini al risveglio che all’ora in cui si “coricano”. Temo che le polemiche non si placheranno.
– Però Amadeus deve aver capito che aria tira in Rai. Infatti prima di leggere il comunicato sottolinea che la colpa è tutta delle “politiche europee”. Ama il sovranista.
– Negramaro osa con Battisti e la Canzone del sole. Idea ottima per spingere il pubblico a casa e quello all’Ariston a cantare. Però né Giuliano né Malika Ayane riescono a renderla loro. Certi capolavori non andrebbero reinterpretari, solo adorati. Vada come vada, questa pare la brutta copia dell’originale. Voto: 6.
– Emma e Bresh sopra la sufficienza. Meglio lui di lei, per distacco. Voto: 6,5.
– Sto per cedere al sonno.
– Diodato sceglie De Andrè. Ed è una buona idea per fare apprezzare le sue qualità canore. Non ho ben capito la scelta di farsi accompagnare da quell’altro.
– Se i La Sad insistono a urlare il loro nome in quel modo, faccio una strage (Ciccio Kim ci sei?).
– Ma a parte vestirsi in maniera stravagante, aver scelto un cocainomane per barbiere, urlare al microfono e fare il “giro girotondo” mentre Donatella Rettore canta, esattamente i La Sad che ci stanno a fare a Sanremo?
– Si sono messi lo scotch addosso. Si sono messi lo scotch addosso. Ripeto: si sono messi lo scotch addosso. Voto: 0.
– Il Tre. Partiamo bene con un altro problema “tecnico” anche se mi viene il dubbio che… Vabbè non lo dico. Per raggiungere Moro, il ragazzo deve fare i gradini a Tre a Tre. Però almeno è riuscito a stare nel duetto senza rovinarlo. Voto: 5,5.
– BigMama. Torno a ripetere: una cosa è il body shaming, deprecabile, un’altra è scegliere abiti che non ti rendono né giustizia né ti aiutano. Questa tutina in cui si è rinchiusa, starebbe male pure a Elisabetta Canalis. Vabbé. Prima o poi capirà che sarebbe il caso di catalizzare l’attenzione sul motivo per cui dovrebbero averla invitata a Sanremo: la musica. Voto: 4
– Domanda: ma i cantanti che prendono la borsetta al pubblico e poi la mostrano in telecamera, con tanto di marchio, stanno facendo pubblicità occulta? Chiedo per un amico di nome Codacons…
– Maninni meglio di Ermal Meta. Duetto ben riuscito. Voto: 7.
– Siamo solo al 28esimo cantante in gara. Voglio morire.
– Il freestyle su Amadeus e Fiorello di Fred De Palma è caruccio. Prende un punto in più nella speranza che possa davvero convincere Rosario ad una sfida rap. Già pregusto. Voto: 6
– Nek e Renga sono l’unico motivo valido per essere rimasti svegli fino alle 1.38. Divertenti. Ma soprattutto vestiti come due signori a modo. Voto: 9 per la normalità (signor questore non mi arresti).
– La cosa migliore della serata? Il ritorno dei Jalisse. Ci hanno provato, hanno montato polemiche ogni benedetto anno, si sono fatti intervistare e alla fine… Fiorello li ha presi per i fondelli portandoli sul palco alle 2 di notte. Contenti loro, contenti tutti. Comunque la canzone era gradevole. E, diciamolo sinceramente: questi cantano meglio del 75% degli “artisti” in gara. Ho mandato 10 sms col codice 18, 47 e 74 (non ho mica capito quale avevano scelto) per farli risalire in classifica. Degna chiusura.
– Vince Geolier con Gigi D’Alessio e giustamente l’Ariston fischia alla grande. Hanno ragione. Qui mi sa che pesa tanto il televoto. Forse troppo.
– Quindi in questa serata: Ghali fa il tifo per l’immigrazione, Dargen D’Amico per la pace a Gaza (con l’autorevolezza di Miss Italia), BigMama sostituisce Elena Cecchettin sulla violenza contro le donne, nessuno che ricorda i rapiti israeliani e Amadeus si schiera al fianco della mucca Ercolina. Una serata che stava filando via liscia, buttata in vacca. Via la politica dal Festival.