Incontro governo-agricoltori, Meloni: “Sì esenzione Irpef per i più deboli”

Incontro governo-agricoltori, Meloni: "Sì esenzione Irpef per i più deboli"

Tavolo tra il governo e gli agricoltori a Palazzo Chigi. Presieduta dal primo ministro ministro Giorgia Meloni, la riunione aveva l’obiettivo di fare il punto su tutte le principali questioni relative al settore agricolo. Un segnale importante da parte del governo nel pieno della rivolta dei trattori, partita dalla Germania e diffusasi in tutta Europa. Presenti i vicepremier Tajani e Salvini (in videocollegamento), e i ministri Lollobrigida, Giorgetti, Piantedosi, Fitto, Ciriani, Calderone e rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza Coperative. Una prima grande risposta riguarda l’esenzione Irpef: “Negli anni passati è stata una misura iniqua e ha favorito soprattutto i grandi imprenditori e le imprese con volumi di affari elevati. La proposta del Governo è quella aiutare gli agricoltori che ne hanno bisogno limitando l’esenzione Irpef ai redditi agrari e domenicali che non eccedono l’importo di diecimila euro. In altre parole, l’esenzione dell’Irpef deve essere un intervento per i più deboli che risulti un sostegno concreto a chi produce e non un privilegio”.

Nel dialogo con le associazioni agricole – al centro dell’azione del governo, la precisazione di Meloni – è stato posto l’accento sull’aumento delle risorse a favore del comparto nonostante la condizione difficile di bilancio. “In 16 mesi non è possibile fare i miracoli e correggere anni di scelte sbagliate, ma io credo che l’inversione di tendenza sia evidente”. “Vogliamo continuare ad incentivare le filiere 100% italiane. Come sapete, nella legge di bilancio, per aiutare le famiglie in difficoltà sono stati stanziati 650 milioni di euro, per acquisto di cibo da Agea, per i pacchi alimentari e per la carta Dedicata a te. Il governo intende proseguire su questa strada, rafforzando il vincolo di origine 100% italiana delle produzioni, come aiuto diretto alla filiera agroalimentare nazionale”, ha aggiunto. Tra i risultati citati l’aumento dei fondi destinati al settore agricolo da 5 a 8 miliardi, il Fondo per le emergenze con una dotazione di 300 milioni di euro o gli oltre 800 milioni stanziati per innovare macchine e attrezzature, aumentare la produttività delle nostre imprese e migliorare la sicurezza sul lavoro. Sono tre le grandi direttrici che orientano il lavoro dell’esecutivo:“La valorizzazione delle filiere nazionali; l’incentivo alla produzione nazionale; la difesa del nostro modello agroalimentare, della nostra biodiversità e dei nostri cibi di qualità dall’omologazione e dall’impoverimento”.

Nel corso del summit, Meloni ha spiegato che il suo governo in Europa ha difeso gli agricoltori e ha contestato fin dall’inizio le scelte sbagliate imposte dalla Commissione Ue.“Noi siamo sempre stati favorevoli alla difesa dell’ambiente e alla transizione ecologica – riporta Italpress – ma sempre nettamente e fermamente contrari a quella che è diventata una transizione ideologica, fatta da diktat e da regole frutto di posizioni ideologiche e per le quali si sacrifica la produzione, mettendo a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un nostro indirizzo irrinunciabile”, le parole del premier, che ha evidenziato come il suo esecutivo abbia cambiato passo a Bruxelles.

Il peso dell’Italia si è fatto sentire su tanti dossier sui quali l’orientamento è progressivamente cambiato e sui quali sta fortunatamente prevalendo il buonsenso. Da questo punto di vista, Meloni ha citato le norme sulle emissioni, sul packaging, sui fitofarmaci, sulla rotazione forzata o sulla messa a riposo obbligatoria. Non tutte le questioni sono risolte, ha ammesso il primo ministro, ma il cambio di marcia è evidente. “E sono fiera di dire che è anche una vittoria del Governo italiano la scelta della Commissione europea di ritirare la proposta legislatura sui fitofarmaci”, ha aggiunto: “Su questo siamo riusciti a convincere la Commissione che eliminare i fitofarmaci così come si voleva fare non avrebbe comportato una riduzione dell’inquinamento, ma solo avvantaggiato altre economie rispetto a quella europea”.

Tra le vittorie del governo c’è anche lo stop al cibo sintetico, tema sul quale l’Italia ha fatto da capofila e ha animato una maggioranza di diciassette Paesi. Meloni ha definito la carne sintetica una “minaccia dal punto di vista etico, sociale, ambientale e per la salute” e c’è di più, a suo avviso per la difesa del settore sarebbe necessario un blocco Ue al cibo a base cellulare prodotto in laboratorio: “Su questo continueremo a batterci batteremo per una legge europea. Inoltre, ed è un’altra priorità, che serva un cambio di passo sulla Politica Agricola Comunitaria, che preveda più semplificazione nell’erogazione degli aiuti, il no ai tagli finanziari, lo stop agli aiuti per non produrre, un maggiore sostegno ai giovani”.

Sul da farsi le idee sono chiare. Il governo ha intenzione di affrontare il tema dei costi di produzione per riconoscere il giusto prezzo agli agricoltori. Per questo motivo è previsto il rafforzamento dei controlli dell’Autorità di contrasto (ICQRF) e il potenziamento delle strutture di ISMEA per l’elaborazione e la pubblicazione con frequenza mensile dei prezzi dei prodotti agricoli e dei costi medi di produzione delle principali filiere. In programma interventi per il sostegno al credito e l’istituzione del nuovo tavolo di coordinamento per il lavoro in agricoltura: “Il Governo ha deciso di istituirlo – ne faranno parte oltre i Ministeri competenti anche i rappresentanti delle organizzazioni agricole e i sindacati dei lavoratori agricoli – per affrontare insieme alcuni problemi: costi del lavoro, reperimento della manodopera, gestione dei flussi, formazione e semplificazione. Questioni cruciali per il settore agricolo e sui quali noi non intendiamo sottrarci”.

Già nelle scorse ore Meloni aveva ribadito la vicinanza del suo esecutivo agli agricoltori, sottolineando di aver liberato 3 miliardi di euro grazie alla rinegoziazione del Pnrr: “Perché da molto prima che ci fossero le manifestazioni e si scendesse in piazza questo governo ha difeso il comparto agricolo da alcune scelte troppo ideologiche che rischiavano di perseguire la transizione verde rischiando di produrre una diversificazione industriale”, le sue parole da L’Aquila in occasione della firma dell’Accordo di coesione e sviluppo tra governo e regione Abruzzo.

Il vertice tra governo e agricoltori è arrivato nel giorno della sfilata dei trattori a Roma. Quattro mezzi hanno lasciato il presidio sulla Nomentana per raggiungere Piazza San Giovanni: “Il significato di questa protesta a Roma è quello dell’unione degli agricoltori senza una bandiera”. Il gruppo – destinato a crescere nei prossimi mesi secondo i rappresentanti – è pronto a invadere il Grande raccordo anulare tra le 20 e le 22, verrà occupata una sola corsia ma si promette una sfilata significativa: “Abbiamo chiesto di percorrere il Raccordo per intero”. Seguiranno aggiornamenti.

Capitolo Sanremo. Dopo annunci, voci e smentite, è arrivata la decisione: niente trattori sul palco dell’Ariston. La conferma è arrivata direttamente dall’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio a margine degli Stati Generali della Siae a Sanremo: “Quella di non far salire gli esponenti della protesta con i trattori sul palco di Sanremo è stata una scelta condivisa con il ministro dell’Interno Piantedosi”. Durante la quarta serata è comunque attesa la lettura da parte di Amadeus di un testo condiviso dai rappresentanti degli agricoltori.

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