Saras nel mirino del colosso Vitol: ecco come si muove il risiko mondiale del petrolio

I Moratti passano la mano al colosso Vitol

Il colosso delle materie prime Vitol bussa alla porta della famiglia Moratti per rilevare il 40% di Saras, l’azienda che controlla la raffineria petrolifera sarda di Sarroch che è tra le maggiori per capacità produttiva in Europa. L’indiscrezione è arrivata da Bloomberg, causando un’immediata reazione del titolo in Borsa che è salito fino a ridosso del +5% per poi ripiegare nel finale al +1% a 1,66 euro. Il motivo è che i tempi dell’operazione comunque non sarebbero brevi, ma da quanto raccolto l’affare sarebbe concreto e ci sarebbero anche altri attori interessati all’azienda guidata dal presidente e amministratore delegato, Massimo Moratti. Il gruppo italiano ha già visto entrare nel capitale, nel 2020, un altro colosso del settore come Trafigura che a più riprese ha alzato la sua partecipazione fino al 15% per poi scendere al 10% proprio all’inizio di quest’anno. Secondo gli analisti di Equita, la recente discesa della quota di partecipazione di Trafigura «aveva ridotto l’appeal speculativo del titolo e potrebbe aver implicitamente manifestato le difficoltà per la compravendita della quota di maggioranza».

Equita sottolinea inoltre come lo scenario di vendita della quota di controllo è complicato anche per l’incognita di un eventuale esercizio del golden power da parte del governo, che ha maggiore rilevanza nel settore della raffinazione dopo la recente cessione dell’impianto di Priolo a Goi Energy. Nonostante gli ostacoli, gli esperti si stanno già interrogando su quali potrebbero essere i valori dell’affare. Pre-covid, le valutazioni delle operazioni di fusione e acquisizione nel settore della raffinazione sono risultate in media otto volte il rapporto tra valore d’impresa e il margine operativo lordo. «Applicando il multiplo medio delle transazioni M&A esclusivamente sul business della raffinazione di Saras (escludendo quindi power generation e renewables), in caso di M&A il valore del titolo di Saras potrebbe superare ampiamente i 2 euro per azione». La Saras, che capitalizza in Borsa circa 1,6 miliardi, ha chiuso il bilancio del 2022 con un fatturato di 15,8 miliardi.

Mentre nei primi nove mesi del 2023 non sta evidenziando particolare smalto: i ricavi sono stati di 8,46 miliardi, in calo del 29% rispetto ai primi nove mesi del 2022. Mentre l’utile si è attestato a 260,7 milioni, in calo del 42 percento. Vitol, dal canto suo, è una società svizzero-olandese che si colloca tra i principali trader mondiali di commodity e possiede raffinerie in Europa, Medio Oriente e Australia. Nel 2022 ha realizzato 505 miliardi di fatturato, intermediato 7,4 milioni di barili di petrolio e prodotti raffinati, oltre a incassare la bellezza di 15 miliardi di profitti. Il che la rende in possesso di una liquidità tale da alimentarne le ambizioni di shopping. Secondo gli analisti, Vitol è mossa su «motivazioni strategiche ed economiche» legate alla collocazione di Saras nel Mediterraneo e alla «debolezza dell’Europa negli approvvigionamenti di diesel nel post embargo alla Russia e alla luce delle difficoltà di transito da Suez».

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