Anche Banco Bpm risponde alla chiamata dei profitti. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna, infatti, era l’ultimo tra le 5 banche italiane più grandi a dover divulgare i conti e anche in questo caso le attese degli analisti sono state positivamente spiazzate: i profitti a fine anno si sono attestati a 1,26 miliardi (+85% rispetto a un anno fa), con proventi operativi a 5,34 miliardi. La voce più consistente, che pesa per oltre il 61% dei proventi, è quella del margine d’interesse che si è attestato a 3,28 miliardi, in crescita del +42% rispetto allo scorso esercizio. In lieve contrazione (-1,4%) le commissioni a 1,86 miliardi. Festeggiano gli azionisti, che riceveranno un maxi dividendo di 56 centesimi per azione, più pesante del 143% rispetto a quello incassato nel corso del 2023. «Siamo davvero molto soddisfatti dei brillanti risultati conseguiti», ha commentato l’amministratore delegato, Giuseppe Castagna (nella foto), «l’utile netto di circa 1,3 miliardi e la proposta di dividendi superiori alla guidance, sintetizzano con chiarezza la capacità di generare valore che abbiamo stabilmente raggiunto». Numeri che, ha precisato Castagna, contribuiscono «a consolidare la nostra posizione di terzo polo bancario»: parole che possono far pensare a un futuro più ambizioso.
Guardando lo spaccato dell’ultimo trimestre, invece, il risultato netto è stato di 321,1 milioni, in linea col trimestre precedente. La banca ha agito per migliorare la qualità dei suoi attivi, diminuendo i crediti deteriorati lordi nel suo bilancio, che infatti sono scesi a 3,8 miliardi rispetto ai 4,8 miliardi dell’esercizio 2022. Questo ha fatto diminuire il costo del rischio a quota 53 punti base, rispetto ai 62 di un anno fa. «Questo risultato è stato realizzato non solo grazie alle selettive politiche creditizie, ma anche alla strategia di derisking che ha portato a un’ulteriore riduzione dei crediti deteriorati sul totale dei crediti lordi». Il coefficiente di solidità patrimoniale, il Cet 1, si è attestato a fine 2023 a quota 14,2 per cento.