Il segretario di Stato americano Antony Blinken prosegue il suo quinto tour in Medio Oriente incontrando i leader di Egitto e Qatar con l’obiettivo di impedire l’allargamento della guerra nella regione. Mentre da Hamas sembrano arrivare segnali di apertura sulla possibilità di un accordo sugli ostaggi.
Il capo della diplomazia Usa ha incontrato ieri il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi al Cairo e poi l’emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani e il primo ministro e ministro degli Esteri Mohammed bin Abdulrahman Al Thani a Doha. Al centro dei colloqui – come avvenuto per quelli del giorno precedente a Riad con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman – la ricerca di una nuova tregua e di una «fine duratura alla crisi a Gaza», oltre alla necessità di ridurre le tensioni in tutta la regione. Nella conferenza stampa con Blinken, il premier del Qatar ha annunciato che Hamas ha dato una «risposta positiva» alla proposta sostenuta dagli Stati Uniti di liberare gli ostaggi in cambio della sospensione della guerra a Gaza. «Abbiamo ricevuto una risposta riguardo al quadro generale dell’accordo, include alcuni commenti, ma in generale è positiva», ha precisato. Anche la fazione islamica su Telegram ha confermato di aver inoltrato al Qatar e all’Egitto la sua risposta alla mediazione di Parigi, «affrontata con spirito positivo». Ma allo stesso tempo ha insistito nella sua richiesta «di un cessate il fuoco totale». «Chiediamo la fine dell’aggressione contro il nostro popolo, la garanzia della rimozione delle restrizioni e del blocco su Gaza, la riabilitazione e la ricostruzione della Striscia e il rilascio definitivo degli ostaggi», ha spiegato.
Blinken, da parte sua, ha detto che oggi in Israele discuterà con il premier Benjamin Netanyahu la risposta di Hamas riguardo l’accordo sugli ostaggi, definendo «essenziale» il raggiungimento dell’intesa. «C’è ancora molto lavoro da fare. Ma continuiamo a credere che un accordo sia possibile e addirittura essenziale, e continueremo a lavorare instancabilmente per raggiungerlo», ha assicurato il titolare di Foggy Bottom a Doha. «La risposta di Hamas è negativa nella sostanza» dice una fonte politica israeliana. «Hamas ha detto sì, ma ha posto condizioni impossibili. Non cesseremo i combattimenti».
Intanto il New York Times ha fatto sapere che almeno 32 ostaggi israeliani dei 136 rapiti ancora nelle mani di Hamas sono morti. Il numero, che il quotidiano ha diffuso dopo aver visionato una valutazione interna dell’esercito israeliano, è più alto di quanto finora affermato pubblicamente delle autorità dello Stato ebraico. Le famiglie delle vittime sono state informate, ha aggiunto, e secondo altri media queste ultime hanno già confermato la morte di 31 ostaggi.