“L’Iran può costruire una bomba nucleare in 7 giorni”. L’allarme choc

"L'Iran può costruire una bomba nucleare in 7 giorni". L'allarme choc

L’Iran non è mai stato così vicino alla costruzione di una bomba atomica. A dirlo è l’Institute for Science and International Security (Isis) il quale nel suo ultimo rapporto afferma che Teheran potrebbe realizzare un primo ordigno nucleare in appena una settimana “usando solo una frazione dell’uranio arricchito al 60% in suo possesso“. Raggiunto questo sconvolgente traguardo, il regime degli ayatollah potrebbe poi procedere con la costruzione di sei bombe in totale in un mese e di 12 ordigni in altri cinque mesi e potrebbe celare facilmente il tutto agli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ritardando il loro accesso agli impianti.

Le conclusioni raggiunte dagli esperti spaventano Israele e Stati Uniti alle prese con una crisi in Medio Oriente che rischia di trascinare Washington in un conflitto diretto con Teheran. Il precedente report dell’istituto Isis era stato pubblicato a maggio del 2023 e da allora, si legge nel documento, “la minaccia posta dal programma nucleare iraniano è aumentata drammaticamente”. Ad imprimere un’accelerazione ai piani della Repubblica islamica è stata la “situazione volatile” prodotta dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre. La strage compiuta dagli islamisti avrebbe in particolare fornito al regime iraniano una “giustificazione interna” per continuare a lavorare in gran segreto ai suoi progetti atomici. Quindi “per la prima volta dopo anni” ci troviamo di fronte ad uno scenario di “estremo pericolo” con la possibilità concreta che l’Iran decida di andare sino in fondo nella sua sfida alla comunità internazionale.

L’analisi choc dell’Isis arriva a pochi mesi di distanza da un altro report dai toni simili stilato dall’Aiea. Nel documento pubblicato dalla Reuters gli esperti dell’agenzia Onu affermano che Teheran è in possesso di un quantitativo di uranio arricchito sufficiente per costruire tre bombe atomiche. Nelle scorse ore inoltre è arrivata la conferma da parte di Mohammad Eslami, capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, dell’inizio dei lavori di costruzione di un nuovo reattore di ricerca nucleare a Isfahan in un impianto che ne ospita già altri tre. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Irna la struttura in via di realizzazione potrebbe essere impiegata per una varietà di applicazioni, tra cui test su combustibili e materiali nucleari e la produzione di radioisotopi industriali e radiofarmaci.

Dal 2018 l’Iran è sotto severe sanzioni statunitensi stabilite dall’allora presidente Donald Trump che ha ritirato il suo Paese da uno storico accordo del 2015 firmato anche da Cina, Francia, Germania, Regno Unito e Russia. L’intesa prevedeva un alleggerimento delle sanzioni imposte contro gli iraniani in cambio di un freno al loro programma nucleare.

La Repubblica islamica continua a negare di voler costruire armi nucleari e insiste nel dichiarare che le sue ricerche hanno solo scopi civili. Persino Rafael Grossi, il direttore dell’Aiea, appare però scettico di fronte a queste rassicurazioni avendo denunciato una riduzione della cooperazione degli iraniani con gli ispettori dell’agenzia e avendo definito “frustrante” l’attuale situazione.

Leave a comment

Your email address will not be published.