Aveva ucciso il padre 55enne, inseguendolo per tutta la casa mentre cercava di sottrarsi alla sua furia e rifilandogli alla fine 33 coltellate. Ma nelle scorse ore è stato assolto dall’accusa di omicidio volontario aggravato a seguito della quale era finito in tribunale: il giudice ne ha infatti riconosciuto il vizio totale di mente e di conseguenza la non imputabilità. Protagonista della vicenda in questione, che arriva da Trieste, è un uomo di 28 anni originario dell’Egitto. Per un episodio che risale a circa due anni e mezzo fa. Secondo quanto riporta il quotidiano Il Piccolo sulla base di quanto ricostruito dagli inquirenti, già prima dell’omicidio il 28enne avrebbe dato segnali di disturbi psichici: sui social network si era a quanto sembra autoproclamato “God of universe”, ad esempio. E anche dopo aver ammazzato il genitore, avrebbe giustificato il suo gesto dicendo di sentirsi minacciato e di avere potere di vita e di morte sugli esseri umani.
Queste dunque le ragioni surreali che, stando a quanto da lui stesso affermato all’epoca, lo avrebbero spinto a scagliarsi contro il padre all’improvviso, durante un momento di distrazione di quest’ultimo. I fatti si sarebbero svolti all’interno dell’appartamento nel quale i due vivevano, situato nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, in un giorno di settembre del 2021: dopo averlo aggredito, il ventottenne straniero avrebbe più volte colpito il genitore con un coltello. E lo avrebbe inseguito anche quando, ormai ferito, il cinquantacinquenne stava cercando di fuggire, attraversando i vari locali dell’appartamento. Nonostante i soccorsi giunti sul posto, per l’aggredito non ci fu niente da fare: le ferite riportate si rivelarono troppo gravi. Il processo è stato poi celebrato perché da una precedente perizia psichiatrica era stata stabilita la capacità processuale dell’imputato, per il quale era stata comunque diagnosticata una schizofrenia paranoide.
Nell’ultima udienza del dibattimento, lo psichiatra ha fatto poi presente come l’ultima perizia avesse confermato la pericolosità sociale del ventottenne straniero, seppur attenuata alla luce delle cure ricevute nella Rems di Duino – Aurisina (una realtà comunale di poco meno di 9mila abitanti situata nell’hinterland triestino) nella quale il diretto interessato ha trascorso gli ultimi mesi. Oltre all’avvocato difensore, anche il pubblico ministero aveva tuttavia chiesto l’assoluzione del giovane straniero per vizio totale di mente, ritenendolo incapace di intendere e di volere. Per una richiesta che alla fine è stata accolta dalla Corte d’Assise di Trieste, con il giudice che ha disposto la permanenza dell’imputato in una Rems per il prossimo decennio.