La destra non va mai bene alla sinistra chic di “Repubblica”

La destra non va mai bene alla sinistra chic di "Repubblica"

Partiamo da un presupposto: che alla sinistra non vada quasi mai a genio la destra è una cosa abbastanza scontata. Ma in taluni casi si rasenta il limite del paradosso. Esempio: ieri il quotidiano la Repubblica dedica un ampio paginone alla destra. Niente di nuovo, direte voi, fanno il loro mestiere. Però, questa volta, c’è una variazione sul tema che ingenera una grande confusione: «La destra non è sociale».

Che, fuori dal politichese, significherebbe, secondo loro, che il governo non si occupa delle fasce sociali più basse: «Poveri, deboli e anziani i più colpiti», prosegue il giornale fondato da Eugenio Scalfari difendendo, tra le altre cose, misure sciaguratissime come il reddito di cittadinanza e inanellando scenari catastrofici. E, per carità, se non lo dicono loro chi dovrebbe farlo? Nulla di nuovo sotto il sole.

Il problema è che sono gli stessi che, un giorno sì e l’altro anche, accusano la stessa destra di non essere abbastanza liberale e liberista nelle politiche economiche (ieri hanno rimproverato all’escutivo l’esatto opposto) e sobriamente conservatrice. Addirittura, lo scorso anno, durante un pensoso dibattito organizzato dal quotidiano, Michele Serra (foto) si chiedeva: «come sia possibile che la destra di governo a tutto faccia pensare fuorché a una destra conservatrice e liberale?». Niente da fare, non va mai bene e loro sono sempre onusti di consigli da dispensare ai dirimpettai ideologici. E, comunque, delle tre l’una: come la vogliono i progressisti questa benedetta destra? Sociale, conservatrice o liberale? Che si mettessero d’accordo una volta per tutte, quantomeno tra di loro. O, molto più probabilmente, il problema è che la destra non è mai abbastanza di sinistra per la sinistra stessa. Per fortuna di tutti, a partire dalla democrazia.

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