Al momento dell’attracco al porto di La Spezia della nave Vulcano della Marina Militare ci si è resi conto che il numero delle persone provenienti da Gaza era maggiore di un’unità. Una bimba che ha visto la luce nel lungo viaggio che collegava l’Egitto all’Italia per la prima operazione umanitaria condotta da uno Stato europeo da quando, il 7 ottobre scorso, è scoppiata la guerra tra israeliani e le milizie terroriste di Hamas. Sessanta passeggeri palestinesi, tra bambini bisognosi di cure particolari e i loro parenti. Ad attenderli il ministro degli Esteri, Antonio Tajani (foto). Un’operazione altrettanto delicata di quella che il 29 gennaio scorso ha visto impegnato un velivolo dell’Aeronautica militare che ha portato in Italia undici minori gravemente feriti durante gli scontri di Gaza e i loro genitori. La Farnesina, nel caso del «carico speciale» della nave Vulcano, ha condotto una lunga trattativa con Hamas, Israele e l’Egitto.
All’arrivo della nave Tajani è salito a bordo. Ha salutato l’equipaggio e si è fermato a parlare con i genitori dei piccoli pazienti (che già ieri sera erano ricoverati, tra gli altri, al Bambino Gesù di Roma, al Gaslini di Genova e al Meyer di Firenze). Per alcuni il sollievo è solo temporaneo. Per loro infatti la guerra non è finita, dal momento che hanno dovuto lasciare nella Striscia altri figli. Tajani ha già assicurato che il suo ministero farà di tutto per riunire le famiglie separate dalla guerra.
La visita del ministro degli Esteri a bordo della nave Vulcano è stata anche l’occasione per una visita a quello che viene considerato un gioiello della nostra Marina Militare. Varata solo tre anni fa, la nave è dotata di apparecchiature mediche all’avanguardia per trasporti speciali.
«Grazie all’impegno di tutti – osserva il vicepremier – siamo riusciti a ridare il sorriso a questi bambini. Tutto ciò rende onore all’Italia e alle nostre forze armate». Tajani poi ricorda il giorno in cui è venuta al mondo, a bordo della Vulcano, la bimba palestinese. «Non ci può essere messaggio di pace più efficace della sua nascita – ricorda il ministro degli Esteri – per dire di no alla guerra». La bambina sta bene ed è stata chiamata Iliin Italia.
Al netto degli accompagnatori-familiari, i pazienti ricoverati nelle nostre strutture sono 18. «Sono tutti giovani, ovviamente hanno storie di dolore alle spalle, ci hanno detto di essere felici di essere qui e di poter aspettare in sicurezza i loro cari, per la sorte dei quali la paura resta tantissima» racconta uno dei volontari che hanno assistito i pazienti palestinesi nelle delicate operazioni dello sbarco e del trasferimento nei nostri ospedali, assistiti anche dai mediatori culturali.
Da Tokyo anche la premier Giorgia Meloni ha mandato un saluto di benvenuti agli «ospiti» palestinesi. Tra i primi a complimentarsi per il compimento della missione della nostra Marina Militare è stato il responsabile della Difesa Guido Crosetto che ha anche annunciato di aver dato all’Egitto e alle autorità palestinesi la disponibilità a costruire un ospedale da campo dell’Esercito. «Per aiutare – spiega il ministro – la popolazione civile che non è certo responsabile della guerra».