Prima o poi la realtà avrebbe bussato alla porta dell’ideologia. E l’ideologia in questo caso è quella ambientalista che ha pervaso l’Unione Europea mentre chi ha bussato alla porta in questa occasione ha preso le sembianze di agricoltori alla guida dei loro trattori. La ragione è semplice: le mille norme europee hanno reso difficile almeno nel vecchio continente il mestiere più antico del mondo, quello del contadino. Tante regole che hanno reso il lavoro più costoso e meno remunerativo, con il paradosso che i prodotti che vengono dall’estero dai pomodori del Nord Africa ai polli del Sud America entrano nel mercato europeo senza dover sottostare a questa normativa creando uno squilibrio dal punto di vista della concorrenza. A questo si aggiunge la distribuzione che acquista a poco e vende caro il prodotto. Se poi ci metti che alcune agevolazioni fiscali per i giovani che si dedicano ai campi stanno per finire in soffitta è chiaro che ti ritrovi i trattori che cingono d’assedio il Parlamento e arrivano sul palco del festival di Sanremo.
Appunto, è la realtà che bussa alla porta dell’ideologia mista a demagogia. Magari fra un po’ la stessa cosa la faranno tutti quei settori che pagano sulla loro pelle la svolta «green» dell’economia europea.
E come la «svolta» trova la politica impreparata e sorpresa. Non si tratta di destra o sinistra. A leggere i risultati di un sondaggio di maga Ghisleri scopri, infatti, che quasi tre italiani su quattro danno ragione alla protesta (per la precisione il 68%). E in alcuni partiti la maggioranza è addirittura bulgara: nella Lega e in Fratelli d’Italia i tifosi dei trattori arrivano all’80% mentre nei 5 stelle poco meno (78%). Gli elettori meno interessati, invece, sono quelli di Calenda e quelli del Pd (solo il 50%). E qui la ragione è semplice: intanto il Pd è diventato la culla dell’ideologia ambientalista e poi la protesta, in un modo o nell’altro, punta contro l’Europa in questo caso diventata matrigna.
Questi orientamenti naturalmente si riversano anche nella campagna elettorale. Mentre il Pd punta solo ad utilizzare il malcontento contro il governo, a destra si assiste, vista la sensibilità dei loro elettorati al tema, ad una vera e propria competizione tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Quest’ultimo si è rimesso l’elmetto della Lega partito di lotta e di governo: è saltato lui stesso sul trattore e sta tentando, per quel che può, di metterci il cappello. La Meloni, invece, deve fare i conti con il suo ruolo di premier, per cui interloquisce ma da lei, ovviamente, la protesta si attende risposte. Per ora i tre miliardi promessi in più nell’ambito delle risorse del Pnrr non hanno sortito un grande effetto. Tutte le forze politiche scontano il fatto che la società civile non ci crede più. Lo dimostra la sfiducia verso organizzazioni tradizionali come la Coldiretti. E, ancora, il fatto che nello stesso sondaggio della Ghisleri solo il 16% degli intervistati crede che la protesta produrrà risultati. Solo che salendo sul palco dell’Ariston a pochi mesi dalle elezioni per l’Europa (vera controparte del movimento) qualcuno del popolo dei trattori potrebbe essere tentato di mettere in piedi il partito dei contadini. E sbaglierebbe chi pensa che son cose del secolo scorso, visto che nemmeno un anno fa in Olanda il movimento Contadino-Cittadino arrivò a prendere il 19% mandando in tilt il sistema politico. Se questa è l’aria un partito del genere con la benedizione di influencer come Amadeus e Fiorello potrebbe far saltare ogni pronostico.