La violenza di Catania ha sconvolto l’Italia intera. Nella città siciliana, lo scorso sabato, una ragazzina di tredici anni è stata violentata da sette egiziani, tre dei quali minorenni. Un dramma che ha acceso il dibattito sulle storture dell’immigrazione selvaggia e che spacca inevitabilmente una certa narrazione buonista. Nessuno nelle ultime ore ha parlato di patriarcato, in pochi hanno citato la nazionalità dei presunti stupratori. Nel consueto appuntamento con “La Zanzara”, Giuseppe Cruciani non ha utilizzato troppi giri di parole:“Dove sono finiti quelli che gridavano al patriarcato? Dove sono le femministe? Perché non ci sono i cortei per la tredicenne stuprata dagli egiziani? Perché non si fanno sentire le associazioni? È incredibile”.
“Quelli del politicamente corretto, quelli che la dicono sempre precisa, quelli che si dicono antifascisti e antirazzisti non vogliono dire che gli stupratori della tredicenne di Catania sono egiziani, extracomunitari, entrati con il barcone e che un certo tipo di reati sono compiuti soprattutto da extracomunitari arrivati con il barcone. Questo è il punto”, l’analisi di Cruciani nel suo editoriale in apertura di trasmissione:“Fotografando questa realtà, non significa essere razzisti ma si tratta della realtà. Lo sappiamo tutti che non sono solo loro che stuprano, ma perché non si deve dire che sono egiziani arrivati con i barconi?”.
Il dibattito è rovente e non è venuto meno nel corso della “Zanzara”. David Parenzo ha stigmatizzato senza mezzi termini il pensiero di Cruciani, citando anche il caso di Giulia Cecchettin, la ventiduenne assassinata dall’ex fidanzato Filippo Turetta: “La tragedia dello stupro di Catania non prevede l’aggravante della nazionalità delle persone, sono sette criminali a prescindere dall’origine. Quando alla fine del tuo j’accuse, hai detto che ‘arrivano con i barconi’. Ma cosa signfiica? Questi reati vengono commessi dai criminali. L’assassino di Giulia Cecchettin era italiano”.
Nessun dietrofront di Cruciani, che anzi ha rincarato la dose: “Ma perché non si può dire che erano egiziani? Mica ho detto che esistono solo stupratori egiziani. Si tratta di un dato di cronaca”. Difficile non sposare le perplessità del giornalista: “Se sette persone, accolte da noi a braccia aperte e sovvenzionate dalla comunità, stuprano una tredicenne, ci sarà un problema?”. Non si tratta di razzismo, ha ribadito Cruciani, ma tragedie di questo tipo dovrebbero meritare una riflessione ben più profonda di quella avanzata dai soliti noti.