La regolarizzazione, quasi istituzionalizzazione, del centro sociale Askatasuna non piace agli agenti, che da quando è emersa la delibera della giunta del Comune di Torino per inserirlo tra i “beni comuni” sono sul piede di guerra. Le ragioni della protesta delle forze dell’ordine sono numerose, a partire dalle violenze che i soggetti che lo frequentano perpetrano ogni qualvolta in città venga organizzata una manifestazione. Qualunque evento diventa per loro un’occasione per trasformare la città in un campo di battaglia per ingaggiare vere e proprie guerriglie con le forze dell’ordine. Per non parlare degli scontri che sistematicamente avvengono nei weekend nei cantieri della linea ferroviaria ad alta velocità in Val di Susa. La giunta ha proceduto “nel favore delle tenebre”, rendendo nota la decisione già assunta e questo ha scatenato la rabbia degli operatori di sicurezza, che non sono stati interpellati, e che ora si affidano a una petizione online per far valere le proprie ragioni e chiedere la revoca della delibera.
“Il progetto portato avanti dalla giunta Lo Russo sulla regolarizzazione del Centro Sociale Askatasuna di Torino lede la dignità e la professionalità degli uomini e donne delle forze dell’ordine. La legalità non è merce di baratto, ma un valore fondamentale per il funzionamento della nostra società“, scrivono in una nota congiunta accompagnata alla petizione i sindacati della Polizia di Stato Siulp, Sap e Fsp. Quelle divise, costantemente insultate dai violenti del centro sociale, nonché sporcate col sangue degli agenti durante le proteste, sono un simbolo dello Stato che viene deliberatamente vilipeso dagli appartenenti di Askatasuna, che odiano le forze dell’ordine e non accettano siano preposte al mantenimento dell’ordine pubblico.
“Non possiamo permettere che la sede di questo Centro sociale con al seguito alcuni adepti notoriamente violenti, ancora oggi sottoposti ad indagini penali, venga regolarizzata, inficiando gravemente il valore stesso dello Stato di diritto“, proseguono nella loro denuncia, facendo notare come la legittimazione dei violenti non sia altro che l’ennesima beffa nei loro confronti. “Chiediamo quindi alle Autorità competenti di riconsiderare qualsiasi decisione sulla regolarizzazione del centro sociale Askatasuna di Torino, in nome della sicurezza pubblica e del rispetto delle forze dell’ordine“, concludono nella petizione. Il centro sociale ha occupato il palazzo pubblico di viale Regina Margherita ormai 28 anni, trasformandolo in un covo al di fuori di ogni regola democratica. Alcuni dei suoi esponenti sono ancora a processo per reati penali.