L’ex ministro dei Beni Culturali, Antonio Paolucci, è morto stanotte a 84 anni. Considerato i massimi esperti del Rinascimento, è stato il primo soprintendente al Polo museale fiorentino e direttore dei Musei Vaticani dal 2007 al 2016.
Nato a Rimini, studia all’università di Firenze dove nel 1964 si laurea in storia dell’arte con Roberto Longhi e diventa museologo di fama mondiale, fortemente impegnato nella tutela, nella promozione e nella valorizzazione del nostro patrimonio artistico. Inizia la sua carriera come funzionario del ministero della Pubblica Istruzione che all’epoca aveva le competenze che in seguito passeranno al ministero della Cultura.
Dal 1980 al 1983 è soprintendente reggente presso la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Veneto. Tra le tante cariche ricoperte ricordiamo la soprintendenza a Mantova, Brescia e Cremona e la direzione, dal 1986 al 1988, dell’Opificio delle Pietre Dure a Firenze. Dal 1988 al 1995 è Soprintendente per i Beni Artistici e Storici di Firenze, Pistoia e Prato, mentre tra il 1995 e il 1996 è ministro per i Beni culturali nel governo tecnico di Lamberto Dini. Tra i suoi molti scritti spiccano i volumi sul Battistero di Firenze e sulle Pietà di Michelangelo.
Nel 1997, dopo il terremoto che colpi l’Umbria e le Marche, diventa commissario straordinario del governo per il restauro della Basilica di San Francesco ad Assisi, mentre nel 2002 è soprintendente speciale per il Polo museale fiorentino, Nel biennio 2004-2006 ricopre il ruolo di direttore generale dei Beni culturali per la Toscana. Nel 2008 presiede una speciale commissione tecnico-scientifica per il progetto di risistemazione della antica piazza Duca Federico a Urbino. Nel 2018 viene, invece, nominato presidente della Commissione di indirizzo per il concorso di progettazione internazionale volto alla ricostruzione della Basilica di San Benedetto da Norcia danneggiata dal terremoto dell’Italia centrale del 2016. È stato anche presidente del comitato scientifico per le mostre d’arte nelle Scuderie del Quirinale e vicepresidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali.
“Sono profondamente addolorato per la sua scomparsa Firenze perde una delle sue figure più autorevoli”, ha detto il sindaco Dario Nardella che ha ricordato quanto Paolucci, da ministro, abbia dato “lustro a Firenze e all’Italia”. E ha aggiunto: “Fino a quando è stato possibile Paolucci non ha mai fatto mancare la sua voce, anche critica, sulle principali vicende culturali italiane. Una voce sempre riconoscibile, lucida, mai banale, che ora ci mancherà”. Questo, invece, è il ricordo del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “L’Italia perde un uomo di cultura appassionato e rigoroso, un instancabile studioso che ha dedicato la sua vita alla tutela, alla promozione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale”. Parole di cordoglio sono arrivate anche da Eike Schmidt, ex direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze: “Era questa la chiave della sua capacità di comunicare a tutti pensieri altissimi e concetti complessi, rendendoli accessibili. E della grande umanità con cui ha saputo guidare e ispirare i colleghi nel loro lavoro, me incluso. È stato per me un onore poter sempre contare sui suoi consigli e sul suo esempio”.