Acque caldissime nel Mar Cinese Meridionale, dove nelle ultime ore la fregata della flotta russa del Pacifico, il maresciallo Shaposhnikov, ha condotto un’esercitazione antisommergibile in un’area carica di tensioni internazionali. Più nello specifico, dopo aver rilevato un finto sottomarino nemico e confermato le sue coordinate, il mezzo del Cremlino ha sparato siluri e bombe di profondità. Non sono emersi altri particolari, se non che un distaccamento di navi da guerra della suddetta flotta russa del Pacifico – inclusa l’ammiraglia della flotta, l’incrociatore Varyag, e la fregata del maresciallo Shaposhnikov – è impegnato in un “viaggio a lunga distanza” attraverso la regione dell’Asia-Pacifico, ha riferito Interfax. L’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti ha invece spiegato che le navi hanno lasciato il porto di Vladivostok, nell’Estremo Oriente russo, lo scorso 22 gennaio.
La Russia guarda all’Indo-Pacifico
Nei giorni scorsi il ministero della Difesa russo ha spiegato che il cacciatorpediniere Varyag, ammiraglia della flotta del Pacifico, dell’Ordine di Nakhimov, e la fregata maresciallo Shaposhnikov hanno lasciato Vladivostok per svolgere non meglio specificati compiti in mare. Nella Baia di Pietro il Grande, le navi hanno imbarcato elicotteri Ka-27 dell’aviazione navale nelle varianti antisommergibile e di ricerca e salvataggio provenienti dall’aeroporto di origine nel Primorsky Krai. “Il distaccamento navale della flotta del Pacifico svolgerà una serie di compiti, anche nella regione dell’Asia-Pacifico, e visiterà i porti stranieri“, ha quindi sottolineato il dicastero di Mosca senza fornire ulteriori dettagli in merito.
Nelle ultime ore è emersa la notizia delle esercitazioni nel Mar cinese meridionale. Non è la prima volta che accade qualcosa del genere. Già, perché nell’ottobre dello scorso anno le navi da guerra della Marina russa si erano impegnate in esercitazioni di difesa aerea e nella localizzazione di sottomarini nemici nella medesima area. L’agenzia russa Tass scriveva che le manovre militari includevano operazioni marittime critiche, tra cui l’affinamento delle tecniche di difesa aerea a bordo delle navi, l’esecuzione di ricerche simulate di sottomarini avversari e la promozione di una cooperazione senza soluzione di continuità con le squadre competenti.
Insomma, di recente la Marina russa ha rafforzato la sua presenza nella regione del Pacifico, spesso in collaborazione con la Cina. Allo stesso tempo i media russi hanno più volte scritto che la Marina russa ha eseguito missioni essenziali nella regione Asia-Pacifico come parte integrante del programma di addestramento al combattimento della flotta.
Le esercitazioni di Mosca
In precedenza la Russia aveva organizzato anche un’esercitazione strategica vicino al Giappone. La solita flotta del Pacifico ha dimostrato le sue capacità sventando con successo un attacco aereo effettuato da un avversario simulato. In assenza di particolari è lecito supporre che lo scenario sia stato ideato pensando agli Stati Uniti e alle loro forze alleate nella regione.
Il distaccamento della flotta russa del Pacifico, composto dall’ammiraglia dell’Ordine delle Guardie di Nakhimov, dall’incrociatore missilistico Varyag e dalla fregata Maresciallo Shaposhnikov, ha svolto un ruolo fondamentale nella suddetta esercitazione. Dove l’incrociatore missilistico e la fregata hanno le loro apparecchiature di guerra elettronica e impiegato una combinazione di interferenze attive e passive per interrompere potenziali minacce.
Il successo dell’esercitazione sottolinea la crescente presenza della Marina russa in un Pacifico occidentale sempre più teso. Il Mar Cinese Orientale, dove hanno avuto luogo queste manovre, è stato non a caso un punto focale di apprensione per gli Stati Uniti e i loro partner, in particolare il Giappone. Coinvolta in dispute territoriali con Pechino sulle isole Senkaku (conosciute come Isole Diaoyu in Cina), Tokyo monitora da vicino le attività in questa regione.