“È il mio ultimo desiderio”. Il principe sepolto a Superga

"È il mio ultimo desiderio". Il principe sepolto a Superga

Il passato è archiviato. Quello che poteva essere e non è stato non conta più. Le ambizioni frustrate e i sogni mai realizzati nemmeno. Quel che è certo è che Vittorio Emanuele di Savoia avrà un funerale da vero Re. Al punto che la cerimonia sarà celebrata nel Duomo di Torino perché la Basilica di Superga, ipotesi paventata in un primo momento, non sarebbe in grado di contenere tutte le persone che gli daranno l’ultimo saluto. Il funerale si celebrerà alle 15 di sabato 10 febbraio, come confermato da un comunicato ufficiale di casa Savoia.

«Le esequie di Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, in considerazione delle numerose richieste di partecipazione, saranno celebrate presso il Duomo di Torino alle ore 15.00 di sabato 10 febbraio 2024», si legge. «L’accesso al Duomo per la Santa Messa esequiale sarà possibile soltanto con biglietto di invito. Dopo il rito funebre, sarà tumulato in forma strettamente privata nella Cripta Reale nella Basilica di Superga, luogo di sepoltura della tradizione sabauda». La nota ufficiale, prosegue spiegando che la camera ardente sarà allestita venerdì nella Chiesa di Sant’Uberto, all’interno del complesso della Reggia di Venaria Reale, visitabile dalle 12.30 alle 21, concludendo con il ringraziamento per le manifestazioni di cordoglio giunte alla famiglia. E fin qui la forma, impeccabile e inappuntabile. Ma se è vero che Vittorio Emanuele in vita non è stato un rigido cultore dell’etichetta, anche nella morte sarà un precursore.

La Basilica di Superga è sì luogo di sepoltura della tradizione sabauda, riservata ai membri della real casa pre Italia unita, ma per la prima volta nella storia un Savoia sarà cremato. Una scelta assolutamente in controtendenza con la tradizione la cui genesi è in parte incerta. In un primo momento si è ipotizzato che nei sotterranei della Basilica di Superga non ci fosse più spazio per ospitare una bara. In seguito, sarebbe emersa l’esplicita volontà di Vittorio Emanuele di essere cremato, con l’urna che sarà poi riposta a Superga. «Una collina bellissima, anche io sono destinato lì», avrebbe confessato il principe alcuni anni fa. La Basilica è di fatto uno dei simboli del potere e della monarchia italiana, dove riposano una settantina di personalità della Casa Savoia. Da Vittorio Amedeo II di Savoia, colui che diede il via alla costruzione della Basilica dopo la vittoria dei piemontesi sui francesi nel 1706 a Re Carlo Alberto VII. Riposano a Superga, tra gli altri, anche Carlo Emanuele II, Vittorio Amedeo III, Vittorio Emanuele I, Carlo Alberto, Maria Clotilde e Maria Pia, figlie del Re Vittorio Emanuele II. Ma in una storia secolare come quella dei Savoia, in cui la forma è anche sostanza, i luoghi di sepoltura dei real membri sono molti, per ragioni differenti.

Su tutti spicca il Pantheon di Roma, il grande tempio di tutti gli dei della Roma antica, riservato ai regnanti dopo l’unità d’Italia. Qui è stato sepolto il 17 gennaio 1878 il Re Vittorio Emanuele II, primo sovrano d’Italia e padre della Patria. Nel celebre monumento riposa anche Re Umberto I, secondo Re d’Italia, morto assassinato nel 1900, e la consorte, la Regina Margherita. Oltre a diverse cappelle e chiese e santuari sparsi per l’Europa, altri due luoghi hanno un’importanza di rilievo per i Savoia. Tra questi la Basilica della Natività di Maria Regina Montis Regalis di Vicoforte, dove riposa Carlo Emanuele I e il cuore di Margherita di Savoia, sua figlia. Dal dicembre 2017, proprio accanto alla tomba del Duca, si trovano quelle di Re Vittorio Emanuele III, che fino a quel momento era rimasto sepolto presso la Cattedrale di Santa Caterina ad Alessandria d’Egitto, e della Regina Elena. C’è poi anche l’Abbazia di Altacomba, fondata nel 1125 da Amedeo II alle pendici del Monte Du-Chat, sul Lago di Bourget. Nell’Abbazia sono sepolti un centinaio di Principi Sabaudi, tra cui Umberto III, Amedeo IV, Pietro II, Filippo I, Amedeo V, Edoardo, Aimone e Carlo Felice. Ma soprattutto il Re Umberto II, ultimo Re d’Italia, e la Regina Maria José.

Si diche che Vittorio Emanuele sognasse il Pantheon. Così come sognava la corona. A suo modo, ha scritto una pagina di storia dei Savoia (e d’Italia) in vita e con la cremazione lo farà anche con la sua morte. Che cancella il passato, i sogni infranti e i rimpianti. Lo farà in un pomeriggio di febbraio nelle Torino che fu reale. Con un funerale da Re.

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