“Posizioni troppo distanti”: ancora nessuna risposta da Hamas sulla tregua

Ostaggi, tregua e la fine della guerra: il piano di Hamas per un cessate il fuoco

Una domenica al cardiopalma in attesa della risposta di Hamas e delle altre fazioni a Gaza, che avrebbero dovuto consegnare la loro risposta sull’accordo per il rilascio degli ostaggi in cambio dello stop ai combattimenti alle 18.00 (ora italiana di oggi), come aveva annunciato il quotidiano israeliano Maariv. Ma la risposta di Hamas non arriverà stasera. La risposta scritta arriverà a Egitto e Qatar-contemporaneamente-nelle prossime ore e probabilmente conterrà, ancora una volta, la richiesta del cessate-il-fuoco totale.

Hamas rifiuterà l’accordo con Israele

A riferirlo la la tv israeliana Channel 12, dopo che in giornata una televisione saudita aveva anticipato una risposta per le 19.00 ora locale. La stessa emittente sostiene che il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, intende chiedere solide rassicurazioni per la fine del conflitto e il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia, condizione che Israele non intende accettare. A quanto riporta Haaretz, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu avrebbe riferito ai suoi ministri di escludere il rilascio di migliaia di detenuti palestinesi nell’ambito dell’accordo per la liberazione degli ostaggi che viene ora negoziato. Il punto di riferimento, ha detto, deve essere la ratio stabilita nel precedente accordo, quando furono liberati tre detenuti palestinesi per ogni ostaggio.

Durante il Consiglio dei ministri di questa mattina, scrive Haaretz, Netanyahu ha anche dichirato che non vi sarà alcuna cessazione dei combattimenti nell’ambito dell’accordo e che un cessate-il-fuoco permanente con il ritiro israeliano da Gaza saranno possibili solo dopo lo smantellamento del governo e delle capacità militari di Hamas. Alcuni ministri hanno chiesto che l’accordo sia presentato a tutta l’assise e ottenga l’approvazione dell’intero governo prima di essere implementato. Un’altra fonte vicina ad Hamas, sembrerebbe confermare questo stato di cose: avrebbe riferito alla tv palestinese Quds news network che le parti non sono affatto vicine ad un accordo e che il gruppo insiste per la fine della guerra.

Il blitz di oggi al quartier generale della Brigata Khan Yunis di Hamas

Mentre questo pomeriggio si attendeva la tanto agognata risposta da parte di Hamas, truppe israeliane della Brigata Givati hanno fatto irruzione nel complesso di al-Qadsia, quartier generale della Brigata Khan Yunis di Hamas, in uno scontro in cui sono morti diversi operativi del gruppo terrorista. Lo riferisce l’Idf, specificando che nel complesso si trovano gli uffici di Muhammad Sinwar, fratello del capo di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar. Trovato anche un campo di addestramento con modelli di ingresso dei kibbutz israeliani, delle basi dell’Idf e di veicoli militari, dove verosimilmente gli operativi di Hamas si sono preparati al massacro del 7 ottobre. C’erano anche un centro di comando, diversi uffici, un deposito di razzi e l’ingresso di un tunnel. L’area era disseminata di trappole esplosive, disinnescate da genieri israeliani. C’è stato anche un tentativo di imboscata da parte di combattenti di Hamas, uccisi tutti da cecchini, fuoco di tank e raid aerei.

In precedenza l’Idf aveva riferito dell’avanzamento dei parà nel quartiere di Amal di Khan Yunis, dove hanno ucciso numerosi operativi di Hamas. Secondo l’Idf, Amal è una roccaforte di Hamas dove i soldati hanno trovato armi e decine di siti legati al gruppo terroristico fra cui pozzi di accesso ai tunnel, posti di osservazione e laboratori di produzione di armi. Sono stati anche sequestrati più di 3 milioni di shekel in contanti (oltre 750mila euro).

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