C`è un bel po` di tempo prima di provare “il morso del lupo vero”, frase allegorica confezionata da Luciano Spalletti per definire il valore delle amichevoli del prossimo anno quale preparazione del club Italia all`europeo nato sotto una discutibile stella. C`è tempo perché da domani in avanti il calcio italiano non si ferma più – neanche a Natale – e punta diritto verso il traguardo dei gironi di Champions e la definizione del primato in classifica, legato indissolubilmente, alla sfida Juve-Inter di domenica sera, seconda e prima di fronte, due lunghezze di distacco in classifica. Può in qualche modo orientare il destino immediato dei due club alla ricerca di nuove identità.
Non è un caso che proprio a Leverkusen, dalla notte azzurra, sia uscito il riconoscimento per due esponenti dei rispettivi accampamenti: Federico Chiesa è l`uomo più in forma di casa Juve, Nicolò Barella è il motorino di Appiano Gentile, mai risparmiato né da Simone Inzaghi né da Spalletti. Non è nemmeno una coincidenza che al piano di Marotta – italianizzare la rosa neroazzurra – risponda il lavoro di Giuntoli indirizzato verso lo stesso percorso perché si sa che il maggior numero di calciatori italiani cementa il senso di appartenenza e agevola la comunicazione. La difficoltà più autentica è sempre la stessa: e cioè i prezzi del mercato calcistico domestico, in qualche caso non competitivo con quello estero per via del decreto crescita che consente di risparmiare secco sugli stipendi. Di qui il grido di dolore recentissimo di Furlani (Milan) e Casini (Lega serie A): senza quel provvedimento si rischierebbe la bancarotta!
Prima di giungere alle luci di Torino, bisogna concentrarsi su un altro paio di passaggi, che incrociano le prime quattro inseguitrici della coppia di testa, di identico valore ambientale e tecnico. Sempre sabato sera, a Bergamo ritorna il Napoli passato dalla guida tecnica di Garcia a quella di Mazzarri, uno che avrebbe pagato di tasca sua per ottenere la chance di rimettere piede nel calcio attivo e in serie A. Sul team con lo scudetto sul petto pesa lo striscione-minaccia degli ultrà («lo scudetto non vi dà l`impunità»). Non è meno spensierata la vigilia di Milan-Fiorentina per Stefano Pioli, al centro del mirino per una parte larga di social e tifoseria, e messo sull`avviso da chi lo difende (l`ad Furlani) sulla necessità di recuperare il meglio delle energie (leggi il numero eclatante degli infortuni, ndr) per le prossime sfide (Viola e Borussia) che sono decisive. Le assenze, scontate, di Giroud (squalifica) e Leao (lesione muscolare) rappresentano l`occasione per misurare l`affidabilità del mercato (Okafor, Chukwueze oltre a Jovic bocciato dalle prime apparizioni) e indirettamente anche il lavoro svolto da Furlani e Moncada che hanno rimpiazzato Maldini e Massara.