Almeno 27 persone sono state arrestate a Mosca ieri durante una protesta organizzata da un gruppo di mogli di soldati contro la mobilitazione per la guerra in Ucraina. Il dato è stato riferito dal media indipendente Sota, secondo cui tra i fermati ci sono anche alcuni giornalisti stranieri, rilasciati qualche ora dopo. Per ricordare il 500° giorno dall’inizio della mobilitazione ordinata dal Cremlino, i parenti dei militari hanno deposto corone di fiori alla tomba del milite ignoto sulla Piazza Rossa. Tra gli arrestati una donna è stata che aveva esposto uno striscione con scritto: «Libertà per i mobilitati. Riportate indietro mariti, padri e figli». Una donna presente alla protesta ha detto che suo marito, al fronte, le ha raccomandato di coprirsi il volto con la sciarpa, in modo da nascondere la sua autorità. «Si preoccupa per noi che protestiamo qui, e noi ci preoccupiamo per lui che è lì», ha spiegato la donna.
Le truppe ucraine hanno bombardato una panetteria a Lisichansk, nell’oblast di Luhansk, una delle autoproclamate repubbliche filorusse nell’est dell’Ucraina. «Due persone sono morte e altre sei sono ricoverate in ospedale», riferisce alla Tass l’ufficio del comandante militare della autoproclamata Repubblica Popolare di Luhansk (Lpr). Secondo il dipartimento, «sotto le macerie potrebbero trovarsi fino a 40 civili, dal momento che il panificio è sempre affollato nei fine settimana. Finora tre persone sono state tirate fuori». Secondo quanto riferito dal capo della Lpr, Leonid Pasechnik, «i nostri nemici, non avendo successo al fronte, hanno attaccato la popolazione civile. Sapendo che nel giorno libero gli abitanti di Lisichansk venivano al panificio, hanno aperto il fuoco sull’edificio», ha scritto. Il governo della Lpr ha pubblicato un video sul suo canale Telegram che mostra il panificio distrutto e automobili devastate e i dipendenti del ministero russo per le Situazioni di emergenza che rimuovono le macerie.