Questa mattina, attorno alle 8 quando la stazione Gare de Lyon assiste a uno dei momenti di maggiore traffico della giornata, il maliano Sagou Gouno Kassogue ha attaccato, armato di coltello e martello, due persone di passaggio. A rimanere ferito nell’assalto anche una una guardia di sicurezza, che è stata colpita mentre cercava di disarmarlo. L’uomo è arrivato in Italia prima del 2016 come migrante, probabilmente via mare, per poi ottenere nel 2019 un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria.
Questa particolare forma di tutela viene offerta dall’Unione europea, ed è stata recepita dall’Italia, ai soggetti che non sono in possesso dei requisiti per ottenere lo status di rifugiato. Sagou Gouno Kassogue ha ottenuto il permesso dalla questura di Torino, città in cui da tempo risiede in cui pare sia in cura per problemi psichiatrici. Al momento dell’arresto, oltre al permesso di soggiorno e alla patente di guida italiana, infatti, è stato trovato in possesso di una prescrizione da parte di una clinica torinese e di alcuni psicofarmaci. Tuttavia, il fatto che fosse in cura per alcuni disordini mentali non esclude che la sua azione possa essere stata volontaria per una ragione ideologica o religiosa, anche se i francesi, per la sola presenza dei medicinali, hanno derubricato l’assalto come un gesto condotto da una persona non equilibrata, escludendo la pista terroristica. L’uomo finora non ha rivendicato l’atto per ragioni politiche e, quando ha condotto l’assalto, non ha urlato alcuna locuzione che possa ricondurre questo.
Tuttavia, gli investigatori italiani stanno ora ricostruendo il passato dell’uomo per capire quale sia la sua patologia, se possa aver influito sull’assalto all’arma bianca condotto a Parigi. Ma, soprattutto, devono capire se durante la sua presenza in Italia abbia avuto contatti con personaggi noti alle forze dell’ordine e se abbia avuto modo di radicalizzarsi. Gli investigatori italiani e quelli francesi stanno collaborando anche per capire quali siano stati gli spostamenti dell’uomo nelle ultime settimane e quando sia arrivato in Francia. La ricostruzione francese potrebbe, almeno in parte, essere smentita da alcuni pubblicati da un account che porta il suo nome su TikTok, in cui l’autore riversa tutta la sua rabbia contro la Francia. “La Francia è diventata il peggiore nemico dei maliano, la Francia era il nemico degli africani […] La Francia non ha amici, e se qualcuno non è tuo amico, è tuo nemico“, diceva l’uomo a dicembre.
Negli stessi giorni, in un altro video pubblicato su TikTok, l’autore diceva:“In tre mesi Allah mi accoglierà nel suo paradiso“. Era il 2 dicembre 2023, sono passati due mesi esatti dall’attacco alla stazione. In un altro video di qualche giorno prima inneggiava all’attacco contro i nemici come arma di difesa. E la Francia, come ha dichiarato lui stesso, è un nemico. Gli investigatori stanno verificando che fosse lui il reale proprietario. “Le motivazioni dell’aggressore possono essere religiose, ma la pista terroristica rimane esclusa“, ha detto una fonte a Le Figaro.
Stando alle prime indicazioni, risulterebbe trasferito da Torino dallo scorso giugno, da quando non ci sono più sue tracce in Italia, ma ancora non è stato ricostruito un eventuale movimento tra i due Paesi in questo lasso di tempo. L’uomo, compatibilmente con le relazioni dei medici, verrà interrogato per capire quali possano essere state le ragioni dell’assalto. Intanto in Francia i cittadini protestano contro Schengen, chiedendo vengano rafforzati ulteriormente i controlli con l’Italia.