“Andiamo verso la tempesta perfetta”, l’America e l’allerta per le presidenziali

"Andiamo verso la tempesta perfetta", l'America e l'allerta per le presidenziali

Donald Trump potrebbe costringere al ritiro entro poche settimane l’unica rivale rimasta nel campo repubblicano aprendo così la sfida diretta contro l’attuale inquilino della Casa Bianca. Anche per questo motivo i media già definiscono le prossime elezioni presidenziali tra le più lunghe e imprevedibili della storia recente. Il duello tra il candidato del Gop e Joe Biden si annuncia però al calor bianco e il timore è che le asprezze della campagna elettorale possano tradursi in spaventose minacce alla sicurezza del Paese.

A dare conferma a tale prospettiva è l’Abc News che è entrata in possesso di un report classificato del Department of Homeland Security (Dhs) in cui vengono esposte le principali fonti di preoccupazioni da monitorare in vista del voto. Nel documento rivelato dall’emittente Usa si legge che elementi intenzionati a colpire gli americani ”attraverso l’utilizzo della violenza potrebbero diventare più aggressivi con l’avvicinarsi dell’election day e potrebbero cercare di prendere parte o provocare azioni violente contro i seggi elettorali, strutture del governo, incontri pubblici, location destinate alla raccolta delle schede per corrispondenza o attività private che supportano le elezioni”. Si temono inoltre tentativi di intimidazione a danno di funzionari elettorali e attacchi hacker contro i candidati, le loro campagne e le organizzazioni politiche.

Negli scorsi mesi sono emerse indiscrezioni su come l’Fbi abbia aumentato la vigilanza su individui appartenenti al popolo Maga (Make America Great Again) dopo l’assalto al Congresso compiuto il 6 gennaio del 2021 da una folla di sostenitori dell’ex presidente. Bureau e Dhs hanno già presentato un rapporto a Capitol Hill in cui si afferma che terroristi interni potrebbero passare all’azione ispirandosi a narrazioni distorte sulle frodi elettorali, il Covid-19 e varie teorie cospiratorie. Lo stesso direttore dell’Fbi, Christopher Wray, ha subito minacce di morte da parte di sostenitori di The Donald dopo la perquisizione che portò alla scoperta di documenti riservati custoditi nella residenza del tycoon a Mar-a-Lago in Florida.

Il Dhs non sottovaluta poi le operazioni organizzate da attori stranieri per influenzare l’esito delle presidenziali. Nel 2016 i forti sospetti di interferenze russe volti a favorire proprio la vittoria di Trump hanno seminato dubbi e tensioni in una parte dell’elettorato mentre anche Pechino e Teheran hanno provato a “disturbare” il regolare svolgimento delle votazioni negli Stati Uniti. Un’analisi condotta da Microsoft ha stabilito di recente che “la posta in gioco è troppo alta” ed è “improbabile” che Russia, Cina ed Iran restino in disparte il prossimo novembre.

In merito al report governativo appena pubblicato, John Cohen, ex capo dell’intelligence del Dhs, dichiara che “stiamo andando dritti verso una tempesta pericolosa e perfetta” in cui minacce domestiche ed estere si aggiungono ai rischi derivanti da un dibattito politico che sarà “sempre più polarizzato, arrabbiato e divisivo”. Il riferimento è ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, ai processi legali di Trump e alle discussioni su temi come il diritto all’aborto, l’immigrazione e le cosiddette “guerre culturali” che continueranno a spaccare l’opinione pubblica.

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